Ancora una vota si parla di donne, siamo negli anni ’30, Anna una giovane portalettere ripercorre attraverso la storia personale e i cambiamenti, le alterazioni, le tensioni di un’epoca che trasformerà il luogo in cui vive, in un paradiso perduto.
Angeli e demoni si sfidano tra le righe di questa intricata vicenda familiare, in cui al centro si sovrappongono le storie intime di quattro donne.
La potenza del “non detto” echeggia tra le pagine del romanzo, dove Anna, Agata, Lorenza, Carmela, e le loro conoscenti – amiche, ognuna delle quali trasfigura i modelli di riferimento al femminile, imposti dalla cultura sociale vigente nel suddetto periodo storico. Tutte cercano di sopravvivere alle passioni dismesse dal tempo, mutate da una forma di silenzio che uccide le loro anime.
Uomini contesi, figli illegittimi, madri assenti caratterizzano le varie fasi di questo racconto, che in prima istanza ci fa pensare ai drammi narrati da Valerie Perrin.
I colori legati ai paesaggi naturali, gli odori della campagna salentina, i repentini cambi atmosferici, legano i protagonisti in un perpetuo mutamento fisico ed emotivo.
Amore e odio si fondono in una lega unica, capace di unire e assorbire tutti gli elementi di un complesso sistema relazionale, dove la menzogna regna sovrana.
Tra tutte queste donne solo una saprà superare la linea tracciata dal destino, cambierà le carte in tavola, perforando il diaframma tra la libertà di amare e la negazione della verità.
La posta che Anna consegnerà, per buona parte della sua vita, è il filo conduttore che unisce le vite degli abitanti di questo piccolo villaggio del Salento.
Sarà proprio un’ultima missiva, la voce con cui lei griderà al mondo l’amore per Antonio, lanciandola nella polvere, nell’ultimo respiro esalato prima di abbandonarlo per sempre.