La nave dei folli – Diario di bordo
Il trasbordo in un altro mondo, l’illusione di essere al centro di un sogno come il viaggio intrapreso da Indio, il protagonista de La nave dei folli, immerge il lettore in un presente distopico, dove nulla è ciò che appare.
Marco Steiner appare di nuovo, nel panorama letterario italiano, con questo romanzo in cui tratteggia la figura di un uomo con una personalità complessa, indomito precursore di un desiderio folle, ovvero lasciare gli ormeggi che lo legano alla terra ferma, per intraprendere un viaggio dove non esistono confini. La linea sottile che suddivide il cielo dal mare si trasforma nell’unica retta percorribile, Indio governerà una nave senza timone, dove il vento agisce in assoluta libertà, concedendo lunghe pause e turbolenti riavvii, alla stravagante ciurma che popola la malconcia imbarcazione.
Ogni trave, ogni telo è consunto, usurato dal tempo che implacabile ha reso la barca una carcassa senza anima, nonostante ciò Indio non si perderà d’animo e volerà alto in cerca dell’amore e della bellezza.
I suoi compagni di viaggio sono uomini incartapecoriti, sagome senza anima, esseri galleggianti sulle onde donate dall’oblio, ma Indio saprà farsi valere e concederà loro un’altra possibilità di sopravvivenza.
La pausa onirica in cui Indio si rinchiude è la sola via d’uscita dalla realtà, la sua mente è prigioniera di un male oscuro, una condizione di vita che gli amputa i gangli del cervello alimentando i vasi della follia.
Il recupero del suo Io avviene proprio grazie a questo viaggio, intorno al quale ruota il cambiamento interiore.
La nave dei folli sospende il tempo e lo spazio, diviso tra parentesi liriche e scenari immaginari, tra le quali appaiono due donne, figure essenziali e meravigliosamente attraenti, contrarie a i venti maligni, capaci di nutrire la voglia di avventura di Indio.
Il paradosso espresso nel linguaggio è lo strumento con cui Steiner colora la storia narrata, elevando il tratto bizzarro nei dialoghi e negli scenari cangianti, mutevoli come solo il tempo atmosferico sa essere.
Lo spirito di Indio e la sua allucinazione nella determinazione della realtà è la forza che espande l’utopia, madre di tutte le nostre follie, fonte inesauribile di quell’energia nota come immaginazione.
Leggere questo romanzo rappresenta una sfida ardua capace di solcare i nostri mari interiori, che si pregia al contempo di suscitare vivide emozioni in un mondo la cui ancora di salvezza resta la capacità di sognare.