Francesco Lubrano, studioso e autore di monografie e saggi, ha recentemente pubblicato per la collana “Flegrea” diretta dal professor Maurizio Erto (D’Amico Editore), il libro “L’attività politica di Giovanni Strigari tra Napoli e i Campi Flegrei”. Un’interessante pubblicazione sulla vicenda familiare, professionale e politica dell’avvocato Giovanni Strigari (1863-1930), deputato del Collegio dei Campi Flegrei e protagonista della politica locale ad inizio del ‘900.
L’autore, oltre ad una ricerca bibliografica, si è cimentato in una minuziosa ricerca emerografica. Dai giornali ha recuperato i contrasti politici, le lotte, le discussioni, le accese campagne elettorali che hanno visto Strigari e altri esponenti politici impegnati nella raccolta del consenso nel collegio che vedeva insieme Pozzuoli, Bacoli (all’epoca frazione di Pozzuoli), Monte di Procida (autonoma da Procida nel 1907), Procida, i sei comuni di Ischia e l’isola di Ventotene.
Giovanni Strigari nacque a Napoli da famiglia di origini arbëreshë della Calabria, comunità di albanesi che si stabilì nel meridione tra il XV e il XVIII secolo. L’avvocato napoletano ebbe frequentazioni in area flegrea. Qui il suocero era proprietario di terre che consentirono a Strigari, in veste di legale, di difendere gli interessi della borghesia agraria. Divenuto una figura di spicco tra i notabili locali fu candidato alla camera dei Deputati e rappresenterà il collegio per la XXII (1904-1909) e XXIII legislatura (1909-1913) del Regno. Numerose le iniziative parlamentari in favore del collegio. Tuttavia resta importante l’opera di risanamento puteolano; a causa del bradisismo discendente ad inizio del secolo scorso fu necessario un intervento urbanistico radicale che portò un cambiamento sostanziale del borgo di Pozzuoli; fu il cosiddetto “rialzamento”, così come venne battezzato dai giornali dell’epoca. Un’operazione nata per esigenze sanitarie e strutturali che ha contribuito a cambiare il volto al centro di Pozzuoli nell’area nei pressi della chiesa di Santa Maria delle Grazie. L’operazione fu considerata da Francesco Saverio Nitti, all’epoca ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio come la prima in cui “lo Stato assume completamente il non piccolo onere di una bonifica comunale”.
Intervista all’autore
Qual è il percorso che ti ha portato a studiare la vita di Strigari?
“L’interesse è in genere per i Campi Flegrei. In maniera casuale mi sono imbattuto in questo deputato anche perché mi piacciono le figure di fine ‘800 e inizio ‘900. Di lui sapevo poco. Molti conoscono la lapide[1] sulla facciata del palazzo Jackson in piazza della Repubblica a Pozzuoli. La lapide ricorda i lavori della colmata. Da qui ho iniziato la ricerca e la caratura che è venuta fuori è davvero molto interessante”.
Ti sei molto soffermato sul contesto familiare…
“Strigari viene da un contesto familiare importante. Il papà Demetrio, avvocato e uno degli ultimi esperti di diritto feudale, è stato un protagonista del Risorgimento. Partecipò al tentativo della presa di Roma nel 1867 al seguito di Giuseppe Garibaldi. La famiglia ancora oggi conserva una pergamena che ricorda l’evento. È stato amico di Silvio Spaventa, patriota italiano e ministro dei Lavori Pubblici nel secondo Governo di Marco Minghetti. Casa Strigari accolse dissidenti borbonici”.
Ebbe anche parenti importanti…
“Giovanni Strigari era nipote di Domenico Morelli, pittore e senatore del Regno. Ed era nipote anche di Pasquale Villari, lo storico italiano più importante dell‘800. Insomma crebbe in un contesto familiare importantissimo. Ha avuto amicizie influenti come Matilde Serao. La giornalista prese posizione politica per lui. Oggi diremmo che fece un endorsement. Era il periodo in cui la Serao ruppe, dal punto di vista sentimentale e professionale, con Edoardo Scarfoglio. Matilde si allontanò da Il Mattino e fondò un nuovo giornale, Il Giorno. Il motivo principale fu perché Il Mattino fu coinvolto nell’inchiesta Saredo che mise in evidenza i rapporti tra la camorra e l’amministrazione napoletana. La Serao dalle colonne del nuovo giornale appoggiò Strigari. Basta leggere gli articoli che elogiavano l’avvocato napoletano oppure gli approfondimenti giornalistici in cui venivano esaltati i candidati nuovi e preparati: praticamente l’identikit di Strigari. E poi in più occasioni difese Strigari contro il suo avversario, l’ischitano Michele Mazzella”.
Come si comportava la stampa locale?
“I giornalisti locali erano coinvolti nella campagna elettorale. Io ho letto e studiato la produzione giornalistica del puteolano Ezechiele Guardascione che con i suoi numeri unici – praticamente dei giornali che cambiavano testata ad ogni numero – accusava continuamente Strigari dicendo, anche con vignette satiriche, che era albanese e non italiano…”.
Insomma, tanta violenza verbale…
“Sì, ma bisogna dire che, leggendo i giornali dell’epoca, quello usato da Guardascione era un linguaggio molto diffuso…”.
Parliamo adesso delle amicizie di Strigari…
“Innanzitutto deve essere ricordata l’amicizia con Emanuele Gianturco. Politico di primo piano, lucano di origine ma napoletano di adozione, più volte ministro e deputato. Fu un’amicizia forte e duratura. Gianturco fu più volte ospite di Strigari a Baia. La villa in quegli anni ospitò ministri e sottosegretari”.
Leggendo il tuo libro, quello che stupisce, è la grande conoscenza che i politici avevano del territorio e, allo stesso momento, l’impegno che hanno dimostrato a risolvere i problemi…
“Indubbiamente Strigari fu un politico e un imprenditore moderno. Insieme al suocero era proprietario di un’importante azienda agricola nei Campi Flegrei. Era un esponente della borghesia agraria ma non si limitò a difendere solo gli interessi della propria classe. Anzi, abbiamo tante prove che ci fanno comprendere come Strigari sia stato fautore di norme che hanno avvantaggiato altre categorie… Per esempio fece approvare la legge sull’ammodernamento della flotta che operava da e per le isole del golfo; ad inizio del ‘900 le imbarcazioni erano vetuste, lente e pericolose. Lo fece per agevolare il commercio del vino ma anche per tutti gli altri prodotti. A lui dobbiamo anche la ferrovia a Pozzuoli. Con il primo progetto fu progettata una stazione a Pozzuoli ma dopo poco tale idea fu stralciata. Lui interviene efficacemente alla Camera per rivendicare il diritto di Pozzuoli ad avere una stazione e si recuperò il progetto precedente. Quindi se oggi abbiamo la Metropolitana a Pozzuoli e il collegamento ferroviario con l’area nord della Campania lo dobbiamo anche a Strigari. Lo stesso Gianturco, ministro dei trasporti, studiò una legge sui porti che però, finiva per danneggiare Pozzuoli. Strigari intervenne e fece in modo da potenziare non solo il porto di Pozzuoli ma anche quelli di Procida, Ischia, Casamicciola e Ventotene. Praticamente tutto il suo collegio…”.
E arriviamo alla legge sul “Rialzamento” di Pozzuoli…
“Anche qui Strigari fu avanti. I soldi per l’analisi e la progettazione furono a carico del Governo. Il comune di Pozzuoli non sborsò una lira per la realizzazione del progetto. Ad inizio del ‘900 il bradisismo era in una fase discendente: il mare quindi saliva rispetto al suolo nei pressi del porto. Questa situazione creava problemi all’impianto fognario. Sono molto famose le foto d’epoca che ritraggono Pozzuoli simile a Venezia: ponti in legno, barche che fanno da spola tra i palazzi. Ma le foto non ci restituiscono gli odori. Si trattava di una vera e propria cloaca a cielo aperto. Erano liquami che procuravano tantissime malattie. Era un’emergenza sanitaria come evidenziano i tassi di diffusione di alcune malattie. Fu quindi un’azione necessaria. Si pensò a colmare parte del centro storico. Oggi alcuni palazzi di piazza Santa Maria delle Grazie hanno l’intero piano terra interrato. Lo stesso edificio religioso ha le scale che sono state nascoste dall’opera di risanamento. Basta confrontare le foto prima dell’intervento e dopo per capire la differenza”.
Pozzuoli e l’industria. L’impegno di Strigari…
“Tra i suoi interventi alla Camera va ricordato uno dedicato all’Armstrong, la fabbrica bellica che gli inglesi costruirono a Pozzuoli. Ci fu un’inchiesta parlamentare perché la Armstrong, azienda di Newcastle upon Avon, poneva dei prezzi della produzione più alti all’Italia rispetto all’Inghilterra. Lui intervenne e, seppur difendendo la fabbrica, fece in modo che i costi fossero rivisti. Inoltre evitò che l’industria fosse spostata a La Spezia come voleva il Governo. Infine mi piace ricordare che Strigari contribuì anche all’autonomia di Monte di Procida nel 1907 quando al Governo c’era Giovanni Giolitti. Fu amico del padre dell’autonomia montese, Ludovico Quandel”.
Il principale rivale di Strigari fu l’ischitano Michele Mazzella. Una figura davvero particolare nell’area flegrea…
“Basti dire che Mazzella fu deputato per quattordici anni. Ma alla Camera sono registrati solo quattro o cinque interventi. Parlava poco. Insomma era poco attivo e fu molto discusso. Di lui non esistono foto, nemmeno negli archivi del Parlamento. Cosa diversa per il fratello Luigi, che fu un sindaco di Ischia molto amato e il cui busto è esposto nei locali del comune. Michele Mazzella fu protagonista di tanti discussi episodi a Napoli. Addirittura una volta per sfuggire alla cattura della polizia fu costretto a vestirsi da monaco… Insomma il collegio flegreo era stufo di Mazzella. Il deputato aveva difeso solo gli interessi di Ischia. Strigari era diverso. Fu un grande oratore. Questo gli fu riconosciuto da tutti. A Pozzuoli ci fu l’unità di tutti per eliminare dalla scena Michele Mazzella. Le famiglie De Fraja e Ragnisco appoggiarono Strigari e i conservatori come i Capomazza si tennero a distanza avvantaggiando in questo modo Strigari. Strigari ebbe l’appoggio della classe operaia e della popolazione delle isole. Tutto questo avvenne, è bene ricordare, prima dell’allargamento della base elettorale. Stiamo parlando di un periodo in cui a votare erano in pochi. Soltanto nel 1913 il Governo Giolitti allargò ulteriormente la base degli aventi diritto al voto. Strigari fece parte della Commissione che si occupò della redazione della legge. Paradossalmente lui perse le elezioni. Ma erano cambiati i tempi e soprattutto le alleanze. Emerse Antonio Scoaloja molto forte sulle isole. Ma in realtà ad influire fu la scelta di Strigari di restare fedele a Giolitti. Lo zio di Scialoja, infatti, fu membro del Governo di Sidney Sonnino e questo fu un colpo a sfavore del giolittiano Strigari…”
Come politico, è possibile una definizione di Strigari?
“Certo. Era un liberale, democratico e giolittiano. Fu un borghese agrario e presidente del Comizio Agrario di Pozzuoli. Tale incarico gli consentì di ottenere visibilità e quindi gli fu proposta la candidatura a deputato”.
Cosa resta di Strigari nei Campi Flegrei?
“Insieme al suocero ebbe un’azienda agricola con proprietà a Monterusciello, Monte Nuovo. A Baia villa Strigari è sede della Fiart. Mentre nei pressi del lago d’Averno c’è traversa Strigari, che ricorda che anche qui aveva delle proprietà”.
Infine, un aspetto da considerare per avere un’idea più completa del personaggio. Fu massone?
“Non si può sapere. Gli archivi della massoneria napoletana non consentono di avere questa informazione. Ma abbiamo degli indizi. Il padre Demetrio forse lo era anche perché aveva dei collegamenti importanti e molti suoi amici erano della massoneria. Di sicuro possiamo dire che non faceva parte della massoneria di Pozzuoli i cui documenti sono stati studiati. È probabile che Strigari facesse parte della massoneria napoletana ed ebbe collegamenti con quella calabrese. Una rete che giocò un ruolo importante nel processo che portò alcune figure prima ad opporsi ai Borbone e poi a partecipare attivamente al processo che portò all’Unità d’Italia”.
[1] In questa pietra / il voto adempiuto / dello innalzamento della bassa città / sommersa nel mare / viene oggi solennemente consacrato / il popolo di Pozzuoli / grato / regnando Vittorio Emmanuele III di Savoia /presidente dei ministri Giovanni Giolitti / deputato di questo collegio Giovanni Strigari / XXXI agosto MCMXIII.