Natale: festa della famiglia, commemorazione sacra, giorno in cui siamo tutti spinti a offrire un gesto di pace nei confronti del prossimo, in onore di colui per il quale celebriamo la festa. Natale è anche il tempo delle grandi storie, di quelle classiche che già conosciamo, e di quelle nuove. In questo articolo, ve ne propongo una, scritta da me e pubblicata all’interno di una collana Natalizia: La magia del Natale, dalla Idrovolante edizioni, nel 2020.
Il Natale incantato (Ivan Tudisco)
C’era una volta, un bambino di nome Marco, che rimase orfano a soli nove anni, e per questo fu affidato a un cugino di suo padre, l’unico parente rimasto in vita.
Lo zio Gerico non si curava di Marco, perché non amava molto i bambini, ma fu costretto nonostante tutto ad assumerne la custodia.
Trattava con freddezza il suo nipotino, lasciato alle cure della domestica più che alle sue.
Marco era molto triste perché gli mancavano i suoi genitori, e anche se la domestica era buona con lui, egli non riusciva a trovare conforto.
Trascorsero undici mesi, ma Marco non si era ancora abituato a vivere con lo zio Gerico, andava di malavoglia a scuola e se ne stava sempre da solo nella sua camera.
La vigilia di Natale era alle porte, e Marco promise a sè stesso che non avrebbe più festeggiato quell’evento, perché fu proprio in quel giorno che i suoi genitori andarono in cielo.
«Ecco che il Natale è quasi giunto, c’è un regalo in particolare che desiderate?» chiese un giorno la maestra, agli alunni della classe, e tutti risposero secondo il proprio desiderio, tutti tranne Marco, che se ne stava rintanato nel suo banco a testa bassa.
«E tu Marco? C’è qualcosa che desideri?» gli chiese la maestra.
«Io odio il Natale!» rispose Marco, con tono secco. Tutti i suoi amici rimasero in silenzio e anche la maestra, perché erano a conoscenza della motivazione per cui Marco odiava quella festa, e dopo alcuni secondi sopraffatto dalla vergogna, si alzò dal suo banco e corse verso casa.
«Sono stanco delle tue continue lamentele! Mi ha telefonato la maestra, era in pensiero per te, se non la fai finita e cerchi di cambiare, sarò costretto a rinchiuderti in collegio capisci?» gli urlò lo zio Gerico, con molto livore, dopodichè tornò nel suo studio.
Marco si ritirò nella sua camera piangendo, e tristemente si rannicchiò sotto le coperte.
Venne la vigilia di Natale, la domestica tornò a casa sua per trascorrere le festività, e Marco rimase solo con lo zio Gerico. Anche suo zio odiava il Natale, e non aveva fatto preparare nemmeno un piccolo addobbo per la casa.
«Quella stupida donna è tornata a casa sua per trascorrere il Natale, quindi staremo tu ed io da soli, ma non preoccuparti per il cibo, la domestica ci ha lasciato qualcosa di cucinato prima di andarsene»
«non ti preoccupare, tanto non ho fame!» borbottò Marco, poi corse nella sua camera, lasciando zio Gerico da solo con la sua pipa.
Marco si sedette accanto alla finestra della sua camera, e osservava con occhi tristi i bambini che giocavano nel cortile.
Il quartiere era addobbato a festa, e dappertutto si respirava un’intensa atmosfera natalizia.
Giunta la sera, zio Gerico cenò da solo in un clima molto cupo; lui e Marco non si parlarono affatto e dopo un pasto frugale, si ritirò nel suo studio per fumare la pipa.
Marco, disteso nel suo letto, pensava con mestizia ai suoi cari genitori. Si sentiva solo in quella notte di Natale, e a un tratto, dalle sue tenere labbra sgorgò una dolce preghiera:
«Signore, se davvero esisti, fammi rivedere la mia mamma e il mio papà!» dopodichè si addormentò.
Diverse ore dopo, Marco fu svegliato da una dolce musica in lontananza. Era una filastrocca natalizia cantata da alcuni bambini e proveniva dabbasso, dove si trovava la sala da pranzo.
«Che sarà mai? Lo zio starà di certo dormendo, e non potrebbe mai ascoltare una simile melodia, dato che il Natale non gli piace; quindi chi sarà, cosa sta succedendo?» pensò Marco fra sé, un po’ impaurito.
Dopo aver riflettuto sulla questione, Marco si fece coraggio, e decise in cuor suo di andare a costatare personalmente quanto stava accadendo di sotto.
Scese le scale con molta attenzione, e quando giunse sul pianerottolo scorse una luce fulgidissima che proveniva dalla sala da pranzo.
Si spaventò molto e stava quasi per tornarsene indietro, quando sentì una voce a lui familiare provenire dalla stanza, e allora si decise a proseguire verso di essa.
Giunto alla porta d’ingresso, ci accostò l’orecchio con delicatezza per ascoltare di nuovo il suono di quella voce, ma la porta si spalancò del tutto e apparve ai suoi occhi uno spettacolo meraviglioso.
La sala da pranzo era completamente addobbata con simboli natalizi: c’era un grande albero colorato all’angolo della sala circondato da tanti regali, e un presepio molto alto troneggiava su un mucchio di dolci di ogni tipo, e dappertutto c’erano come delle stelle che s’illuminavano di vari colori.
Ma la sorpresa più grande, fu quella di trovare, seduti a un grande tavolo colmo di gustose pietanze, la sua mamma e il suo papà.
Marco non poteva credere ai suoi occhi, i suoi genitori erano lì e sorridevano di gusto mentre mangiavano allegramente.
Marco iniziò a piangere dalla gioia, ed ecco che sua madre spostando lo sguardo su di lui disse:
«Perché rimani lì? Vieni e siediti con noi» con un gran sorriso dolce.
Marco aveva ancora paura perché non capiva quello che stava accadendo, ma allo stesso tempo era felice, perché stava rivedendo di nuovo i suoi genitori.
«Mamma, p-papà s-siete qui… ma com’è possibile?» balbettò con le lacrime agli occhi.
«Il Natale è una festa speciale, e in questo giorno molti desideri si possono avverare, purché siano giusti e vengano dal cuore.
Molti bambini desiderano solo dei giocattoli, ed è giusto, ma c’è qualcosa di ancora più importante che dobbiamo desiderare in questo giorno: è la memoria del cuore, e tu hai desiderato con il cuore, e hai desiderato la sua memoria» rispose la madre con gioia.
«Ma io vi vedo, non è un sogno, voi siete veri!» esclamò Marco.
«Ma la memoria è vera Marco, in special modo quella in cui sono presenti le persone più care.
Quanto più ami una persona, tanto più rimane viva nella tua memoria, e sempre sarà parte di te. Noi siamo sempre con te perché tu ci hai amato e ci ami ancora, e il frutto di un amore così grande non potrà mai andare perduto, noi saremo sempre vivi nel tuo cuore» disse suo padre.
A un tratto si udì un rumore di passi provenire dalle scale, ed ecco entrare nella sala da pranzo zio Gerico, con il volto acceso dallo stupore.
«Ma… ma è zio Gerico, c-cosa ci fa lui qui non capisco!» urlò Marco incredulo.
«Vedi Marco, non c’è nessuna persona al mondo, per cattiva che sia, che non esprima un vero e importante desiderio con tutto il suo cuore, nel giorno di Natale. Anche zio Gerico ha espresso un desiderio con tutto il suo cuore: quello di poter rivedere almeno un’altra volta, la sua defunta moglie.
Per questo motivo lo zio non ama tanto il Natale, ed è sempre un po’ scontroso soprattutto con i bambini, perché perse sua moglie il giorno di Natale di alcuni anni fa, e i bambini gli fanno ricordare in qualche modo questo giorno di festa; giorno in cui la sua amata moglie andò in cielo».
Mentre la mamma di Marco stava ancora parlando, ecco venire dall’angolo della sala, una donna avvolta da una luce sovrannaturale.
Lo zio Gerico pianse dalla gioia nel vedere la sua amata moglie di nuovo accanto a lui.
«Sandra, Sandra sei qui?» urlò stupito.
«Sono sempre stata qui Gerico, sono sempre stata nella tua vita» rispose sua moglie con dolcezza.
«Ma io non ti ho mai vista, mai sentita, mi sei mancata tanto!»
«Era il tuo dolore che non ti faceva avvertire la mia presenza, ma grazie a Marco, il tuo cuore ha trovato la forza per esprimere il desiderio di rivedermi»
«grazie a Marco?» domandò sbalordito lo zio Gerico.
«Ognuno svolge un ruolo importante nei confronti degli altri, con la sua energia interiore.
Marco ha un’energia interiore molto positiva, perché anche se ha sofferto per la morte dei suoi, non ha trasformato il dolore in odio, ma ha sempre amato, e quando diceva di odiare il Natale, lo faceva solo per dimostrare il dolore che stava provando. La sua energia positiva ha trasmesso al tuo cuore la forza necessaria per superare i tuoi ostacoli ed esprimere il desiderio di rivedermi. Bisogna sempre mantenere viva la fiamma d’amore che abbiamo dentro» rispose la moglie Sandra, con tenerezza.
L’atmosfera si fece ancora più gioiosa, e dolcissime sinfonie natalizie si sentivano come se venissero dal cielo.
Tutti si sedettero a tavola e banchettarono allegramente, festeggiando il Natale in armonia e semplicità.
Mentre tutto procedeva felicemente, Marco si sentì avvolto da una caldissima luce, e si ritrovò di nuovo nel suo letto sotto le coperte, ed era mattina: la mattina di Natale.
Una nuova atmosfera aleggiava nella casa e Marco fu spinto a scendere di sotto, come se una forza misteriosa lo attraesse in quella direzione.
Giunto nella sala da pranzo, con molto stupore vide che tutto era addobbato esattamente come nella visione, e c’erano perfino i dolci, il presepio e l’albero colorato con tanti regali.
«Ma allora è tutto vero!» disse Marco con gioia.
«Sì, è tutto vero!» rispose una voce: era quella di zio Gerico, entrato in quel momento in sala da pranzo.
Anche lui aveva il volto sorpreso per quanto stava accadendo, ma era un volto nuovo, pieno di energia positiva.
Marco andò incontro allo zio e senza esitazioni lo abbracciò; zio Gerico commosso ricambiò l’abbraccio con molto affetto.
I due parlarono con gioia di quello che era successo, e si sedettero a tavola mangiando dolci e scartando regali, in una grande atmosfera di gioia e serenità.
Zio Gerico cambiò notevolmente atteggiamento nei confronti di Marco, e i due vissero felici come fossero padre e figlio, pieni di amore l’uno verso l’altro. Per tutti gli anni a seguire, vivranno in fremente attesa la vigilia di Natale, per esprimere di nuovo il desiderio più importante, e rivivere in famiglia, la memoria del cuore.
Auguro di vero cuore, un sereno Natale a tutti/e