Un sottile filo di Arianna mi ha condotto all’interno del carcere femminile di Pozzuoli, dove recitiamo una pratica antica, nota come dialogo. Incontro donne affamate di verità, serrate nel nostalgico sentimento del bene comune, messe al centro di un dibattito che nasce dal commento corale che gira sul titolo del mio noir: Il Paradiso non ha un angolo retto.
Siamo incuriosite e desiderose di scoprirci e di svelare le riflessioni più intime, quelle che ognuna di noi serba nel proprio cuore. Non ho mai vissuto un’esperienza come questa, così intensa e piena di un’emotività tangibile, che fende l’aria sospesa sostituendo la naturale curiosità che alberga tra gli sconosciuti.
Nella giornata internazionale che pone al centro la violenza di genere, la condivisione delle opinioni e delle operazioni da mettere in atto per sanare questa indicibile mattanza, ha teso la ragnatela su cui ci siamo unite per parlarne. Mentre la conversazione prende corpo mi sorprende la reazione delle detenute, alcune si lasciano trasportare dalle sensazioni, piangono, sorridono, altre semplicemente mi osservano e all’improvviso si crea un legame.
La lettura del noir è coordinata dal gruppo di insegnanti che danno voce alle loro allieve, le quali con sommo rispetto le chiamano: MAESTRE. Un lessema che sottolinea il valore di una funzione essenziale, racchiuso nella trasmissione della conoscenza e del sapere, una formula sostanziale con cui ognuna di loro cerca una via di uscita da esperienze complesse e dolorose.
Perdere la libertà individuale è il principio che accomuna le persone colpevoli di crimine, e le coinvolge in un regime di convivenza perpetua, che dilata lo spazio abitativo e restituisce un senso puro di solidarietà. Le fibre immateriali dell’amicizia sorreggono queste donne, abbracciate e vicine nell’arduo cammino della salvezza. Sono figlie, madri, mogli, nonne, giovani, adulte, fragili ma determinate a ricostruirsi un domani, si tengono per mano e il loro alito di speranza attraversa anche me. Insieme solleviamo la coltre dell’indifferenza e mescoliamo le parole, i pensieri e le note di un mattino uggioso. Una pioggia battente, insistente scivola sulle mura di questo angolo di mondo, dove dalle ceneri delle vite sospese si temprano figure nuove.
Le sinergie messe in campo sono molteplici, quali la valida dirigenza, le insegnanti e non per ultime le operatrici culturali, in particolare mi riferisco alla mia cara amica la dottoressa Adriana Intilla, un esempio di incorruttibile volontà grazie alla quale ha messo in campo numerosi progetti e ottenuto altrettanti riconoscimenti.
Grazie a tutte voi e avanti tutta la strada da percorrere è lunga ma non impossibile.