Ho scelto di comprare questo romanzo uscito da pochi giorni in libreria per due motivi: uno, perchè amo le biografie e due perchè l’ha scritto un mio amico. L’ho scelto ma intenzionata a lasciarlo se si fosse rilevato noioso. E invece ecco che l’ho letto voracemente in tre giorni.
Dopo la fortunata saga siciliana o meglio meridionale dei Florio di Stefania Auci si affaccia nella letteratura italiana una nuova ed affascinante saga, quella dei Calanovella con il libro “Bonjour Casimiro” di Alberto Samonà. E chi conosce la vita professionale di Alberto sa perfettamente che non poteva che essere lui l’autore di questo saggio edito da Rubbettino. Alberto Samonà, giornalista e scrittore, dal 2010 al 2020 ha ricoperto la carica di consigliere della Fondazione della Famiglia Piccolo di Calanovella. Un grande lavoro archivistico e sul campo da cui traspare l’amore di Alberto Samonà per la Storia e per la propria terra.
IL ROMANZO
Il romanzo narra le vicende della famiglia aristocratica dei Piccolo di Calanovella e in particolare la figura centrale è il barone Casimiro, noto pittore e fotografo nato alla fine dell’800 e venuto a mancare nel 1970. Casimiro era figlio del barone Giuseppe e di Donna Teresa Tasca Filangeri di Cutò, fratello di Lucio la cui fama poetica si deve a Montale r e cugino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
A partire dal 1932 insieme alla madre, al fratello e alla sorella Agata Giovanna, scelse di abbandonare la mondanità palermitana per trasferirsi a Villa Piccolo, la dimora di famiglia di Capo d’Orlando (Messina). In quella bella villa del tardo Ottocento situata nelle isolate colline “che guarda dall’alto le isole Eolie e che s’immerge nei boschi un tempo sacri a Dioniso”. I quattro scelsero un isolamento volontario, uscendo molto poco per dedicarsi, Casimiro alla pittura e alla fotografia, Lucio alla poesia e Agata Giovanna alla botanica.
Tra loro il più isolato e schivo agli incontri era proprio il barone Casimiro che “indossava sempre un paio di guanti bianchi e guai a stringergli la mano”. I quattro di Villa “Vina”, questo è l’altro nome con cui chiamavano Villa Piccolo, scrutavano il mondo, interpretandone a modo loro i cambiamenti.
La villa spesso era frequentata dal cugino Giuseppe Tomasi di Lampedusa che amava soggiornarvi “per ritrovare qui un’atmosfera familiare e cercare spunti per Il Gattopardo, quello che sarebbe diventato il grande capolavoro letterario del Novecento.
Quel luogo, incastonato fra il mare e i monti Nebrodi, in realtà non rappresentò mai una chiusura, ma l’occasione per guardare il mondo che cambiava da un altro punto di osservazione, quello in cui anche spazio e tempo sembravano assumere un senso differente dall’ordinario” scrive l’autore.
Le pagine di questo saggio, con tanto di bibliografia e di foto d’epoca, rappresentano un viaggio del protagonista di nome Giulio, un uomo contemporaneo che si reca nei luoghi in cui visse il barone Casimiro, in quell’universo popolato da gnomi, ninfe, maghi e folletti che il barone-artista affermava di incontrare nelle lunghe passeggiate notturne per i giardini e le campagne della tenuta e immortalava nei suoi acquerelli a tema magico.
“Ed è un attraversamento delle regole ordinarie spazio-temporali, con incontri impossibili e il disvelarsi graduale di una verità, in cui si sovrappongono realtà e mondi onirici. Sullo sfondo, memorie di antiche famiglie aristocratiche siciliane che oltrepassano gli anni per giungere fino a noi” scrive Alberto Samonà, che è riuscito magistralmente a far rivivere personaggi e ambienti della Sicilia del secolo scorso.
ALBERTO SAMONA’
Palermitano, classe 1972, laurea in giurisprudenza, giornalista professionista, scrittore, ricopre dal 18 maggio 2020 l’incarico di Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. Ha pubblicato diversi saggi e romanzi. Suoi testi critici sono contenuti in numerose pubblicazioni. Ha scritto e diretto spettacoli teatrali e di narrazione. Alberto Samonà appartiene ad una famiglia di architetti e studiosi della tradizione popolare siciliana. Ha fatto parte della giuria siciliana del ‘Premio Letterario La Giara” promosso dalla RAI. Dal 2010 al 2020 ha ricoperto la carica di consigliere della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, che gestisce la casa-museo di Villa Piccolo a Capo d’Orlando, dimora in cui vissero il poeta Lucio Piccolo e i suoi fratelli Casimiro e Agata Giovanna Piccolo, cugini di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. È autore del testo e della voce del documentario “La camera delle meraviglie”, presentato in anteprima nazionale all’Expo di Milano. Nel 2019 gli è stato conferito il Premio Fimis – Una vita per l’arte. Nel 2020 si è dimesso dal ruolo di consigliere di amministrazione della Fondazione Piccolo che ha ricoperto per oltre dieci anni, per ricoprire l’incarico di Assessore Regionale. “Villa Piccolo e la Fondazione sono e restano, non soltanto nel mio cuore, ma un valore aggiunto per la cultura siciliana, italiana ed europea”, Alberto Samonà ha dichiarato nella lettera di dimissioni.