La massa ciclopica del mare alimenta da secoli la speranza dell’uomo di scoprire terre e culture diverse, trasformandola nel volano principale della rotta verso limiti ignoti, da superare e conquistare. Virgilio ha espresso, con somma maestria, le gesta di un eroe straordinario, noto come Enea, dipingendo la cornice di un percorso lungo e faticoso, in cui l’antica Puteoli ne rappresenta una meta.
La rocca che si erge maestosa all’ingresso del Rione Terra, racchiude le fondamenta di una civiltà che dal passato torna a splendere, oggi palcoscenico di eventi e iniziative culturali di enorme spessore. Nella giornata di domenica 26 settembre, alla presenza delle autorità locali, capitanate dall’Assessora alla Cultura Stefania De Fraja, la “Rotta di Enea”, promossa dall’ itinerario culturale del Consiglio d’Europa, ha avuto Pozzuoli come protagonista. Una regata velica ha definito i contorni della manifestazione, che si è chiusa con la premiazione degli equipaggi vincitori, e una sentita performance danzante.
Una dichiarazione di puro amore per i Campi Flegrei ha reso solida la volontà di presentare, a un vasto ed eterogeneo pubblico, le imprese dell’impavido eroe troiano. Pozzuoli ha vissuto una parentesi di richiamo storico e artistico, in cui si sono alternati interventi antropologico – letterari.
L’evento si è aperto con la consegna dei premi, i giovani regatanti sono stati i veri protagonisti della scena, orgogliosi nel dimostrare l’amore per il mare, gioiello unico e raro, da preservare, rispettare e vivere.
Le coreografiche dirette da Emma Cianchi, hanno colorato uno spazio immaginario, in un concerto di movimenti pieni di vigore, tesi a testimoniare l’osmotica passione tra l’uomo e il mare. I costumi curati da Veronica Grossi, hanno trasformato la scintillante animazione delle luci sulle acque, colorando i corpi dei danzatori di una polvere dorata. Le vesta dai colori naturali, segnate da una fascia color porpora, ha in cambio posato l’accento sui sentimenti dell’uomo, ambivalenti e complementari come la purezza unita alla passione.
Le memorie dei racconti hanno preso vita grazie alla voce recitante di Vincenzo Borrino, accolta con profonda concentrazione dal pubblico, definita da un canto dai toni evocativi che ne ha sottolineato le pause, intrecciando il coro delle emozioni.