Da oggi al Rione Terra di Pozzuoli, dove è in corso uno straordinario programma di recupero e valorizzazione, saranno aperti al pubblico due nuovi percorsi archeologici che completano l’itinerario di visita della colonia romana fondata nel 194 a.C.: al di sotto degli edifici moderni, seguendo un itinerario sotterraneo, è possibile percorrere le antiche strade basolate, visitare alcuni dei principali edifici della città antica, fino a giungere nell’area del Foro, in prossimità della Cattedrale di Pozzuoli: la chiesa seicentesca ha inglobato il sontuoso tempio marmoreo di età augustea, che originariamente dominava la piazza pubblica e a sua volta era stato costruito su un edificio più antico, il Capitolium, risalente alle prime fasi della colonia di Puteoli.
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Al percorso archeologico già inaugurato nel 2002 si aggiungono ora i nuovi tratti corrispondenti a due dei principali assi viari della città romana: la parte finale del cardo di via San Procolo, che si ricollega al decumano di via Villanova sul margine del promontorio tufaceo; il decumano di via Duomo, a Nord della Cattedrale, il cui allineamento è ricalcato esattamente dalla strada moderna che corre di qualche metro più in alto.
Il decumano di via Villanova (ca m 6 di larghezza), che nella sistemazione a terrazze che caratterizzava l’impianto urbano delimitava a una quota più bassa la spianata del Foro, corre sul limite meridionale attuale della rocca, il cui costone nel tempo è stato oggetto di ripetuti cedimenti a mare: a Nord della strada grandi ambienti voltati inglobavano il banco di tufo, mentre a Sud lungo la fiancata del promontorio sono presenti resti di edifici, alcuni dei quali pertinenti all’impianto urbano del II sec. a. C., visibili oggi solo da mare. Questo tratto di decumano, integrato nella roccia e sospeso sul mare, restituisce una chiara immagine della funzione strategica di Puteoli e della sua posizione dominante al centro del golfo.
Il decumano di via Duomo, che nella riorganizzazione urbanistica di età augustea acquistò un ruolo centrale nella viabilità cittadina, restò in uso anche in età tardo antica e medievale per il suo collegamento al Tempio c.d. di Augusto. Lungo il suo percorso si conservano una serie di tabernae e complessi ipogei: cisterne, condotti idrici, complessi artigianali convertiti in larari tra la prima e la media età imperiale; lungo la strada si localizzano due fontane, una delle quali, in marmo, era decorata ai lati da doccioni a forma di mascheroni raffiguranti teste di sileni. Visibili anche i resti di un impianto termale di età imperiale, con un pavimento a mosaico bianco e nero decorato da pesci e pistrici (prima metà del III sec. d.C.). Percorrendo il decumano si accede all’area ipogea del Duomo, dove è visibile il podio in tufo del Capitolium, il principale edificio di culto della colonia romana del 194 a.C., inglobato nel tempio marmoreo cd. di Augusto, poi trasformato in chiesa dedicata a San Procolo. Un piccolo ‘Museo dell’opera’ ne ripercorre la storia, esponendo le ricostruzioni del frontone fittile del Capitolium e del timpano meridionale del Tempio di età augustea, insieme ad alcuni elementi architettonici di quest’ultimo, rilavorati per la Cattedrale barocca. Completa l’esposizione una selezione di materiali rinvenuti negli scavi delle aree prossime al tempio, che forniscono un quadro sintetico delle produzioni ceramiche e della vita quotidiana di Pozzuoli dall’antichità fino al momento dell’evacuazione del Rione Terra avvenuto il 2 marzo del 1970 a causa del bradisismo.
Dopo la riapertura al culto del Duomo nel 2014, l’ampliamento del percorso archeologico rappresenta una ulteriore, significativa tappa per la valorizzazione del patrimonio culturale di Pozzuoli e dei Campi Flegrei.
I lavori di recupero di Rione Terra sono stati finanziati dalla Regione Campania (risorse della L. 80/84) e realizzati dal Consorzio Rione Terra sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Area metropolitana di Napoli.