Digitalizzazione del patrimonio culturale, gamification dei beni culturali, turismo 4.0, management museale e progettazione dei musei virtuali. Sono solo alcuni dei nuovi insegnamenti, molti dei quali laboratoriali ed affidati ai professionisti del settore, che andranno ad arricchire la rinnovata offerta formativa di uno dei corsi di laurea storici dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, la più antica Università non statale italiana, che fu la prima in Italia nel 1991 ad avviare un corso di studi specificamente dedicato ai beni culturali.
Da quel corso avanguardistico (il primo in Italia con un indirizzo dedicato all’archeologia del mare) è nato un grande Polo formativo di rilievo internazionale che ha fatto guadagnare sul campo al Dipartimento di Scienze Umanistiche del Suor Orsola la ‘fama’ di “Casa dei Beni Culturali”. Due corsi di laurea, due scuole di specializzazione, numerosi master, un indirizzo specifico di dottorato di ricerca, tutti con un’offerta formativa rinnovata ed in continuo divenire, calibrata sulle mutate esigenze del mercato del lavoro di uno dei settori destinanti a crescere di più nell’Italia post pandemia. Tanto che gli ultimi dati AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani hanno evidenziato come l’Università Suor Orsola Benincasa sopravanzi di oltre dieci punti percentuali la media degli Atenei italiani in uno dei dati più significativi: l’efficacia del titolo di studio. Un dato che misura la spendibilità nel mercato del lavoro del titolo conseguito e l’utilizzo nel lavoro delle competenze acquisite durante il corso di studio e che vede al 78,1% l’efficacia della laurea al Suor Orsola, rispetto al 66% del dato nazionale.
Arte, archeologia e turismo: un sistema di studi integrato finalizzato alle nuove forme di valorizzazione del patrimonio culturale
“Scienze dei beni culturali: turismo, arte ed archeologia”: già la nuova denominazione del corso di laurea triennale racconta della sua vocazione ad una formazione integrata nella quale la valorizzazione del patrimonio culturale è concepita al primo posto. “Una solida e rigorosa tradizione negli studi umanistici che si sposa con una moderna vocazione alla formazione pratica e alle nuove tecnologie”. Così Paola Villani, direttore del Dipartimento di Scienze umanistiche, ha sintetizzato il ‘marchio di fabbrica’ del settore beni culturali del Suor Orsola, presentando oggi (https://www.facebook.com/unisob/videos/348548260143049) le novità dell’offerta formativa e le tante iniziative progettate per l’anno del trentennale che partirà ufficialmente il 1 novembre 2021 con l’abbrivio del nuovo accademico.
Il battesimo di questa lunga celebrazione ci sarà già il 16 e il 17 Luglio a Procida con una conferenza internazionale dedicata alla letteratura di viaggio (programma completo su www.unisob.na.it/eventi). Due giornate di studi, con relatori anche internazionali, che saranno ospitate dal Museo Civico di Procida, un sito museale simbolo del lavoro di studio, progettazione e ricerca del Suor Orsola perché nato dal progetto dell’Ateneo di “Ricerca e Sviluppo di strumenti prototipali per la digitalizzazione 3D e di sistemi per la musealizzazione dei BBCC sommersi ed emersi”. Un progetto che ha dato luogo ad un sistema espositivo/informativo digitale e virtuale denominato “TERRA – TEchnology and ReseaRch for Archaeology”, dedicato alla divulgazione delle tecnologie e delle ricerche applicate al patrimonio archeologico e culturale. Ed è proprio da quell’area espositiva multimediale sperimentale che nel 2017 è nato il Museo Civico di Procida. Un Museo che oggi è un’entità museale moderna e dinamica capace di unire le esigenze narrativo-divulgative, integrando sistemi espositivi evoluti, digitali, interattivi e virtuali, con l’esposizione classica di manufatti, campionature e tecnologie, distribuiti in percorsi tematici organizzati secondo un progetto museografico che permette la piena comprensione dei contenuti alle diverse tipologie di visitatori.
Un ‘prototipo’ museale che racconta i risultati del lavoro formativo che si svolge oggi al Suor Orsola in un settore che conserva anche il percorso ‘tradizionale’ della Laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali. Una vera e propria ‘scuola’ del restauro (dipinti, legni e metalli preziosi), tra le poche in Italia direttamente abilitante alla professione del restauratore e riservata soltanto a 20 studenti all’anno (prove d’ingresso dal 6 all’8 ottobre 2021). Una ‘scuola’ al servizio del patrimonio culturale nazionale, perchè lavora da anni anche al servizio delle Soprintendenze o in collaborazione con il Nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri per un prezioso lavoro di restauro dei ‘furti d’arte’.
La stessa vocazione al lavoro on the job che contraddistingue i percorsi di studio dedicati all’archeologia caratterizzati da importanti cantieri di scavo anche internazionali. “Sin dalla sua attivazione trent’anni fa – evidenzia il Rettore del Suor Orsola Lucio d’Alessandro – abbiamo connotato il corso di laurea in beni culturali di un’immediata connessione con la formazione pratica nei musei, nelle campagne di scavo archeologico e negli enti pubblici e nelle aziende private del settore”. Una scelta precisa che oggi viene riscontrata da un dato chiarissimo (fonte AlmaLaurea): il 77,7% dei laureati Unisob ha svolto tirocini e stage durante il proprio corso di studi, mentre nel resto delle università italiane il dato è fermo al 57,6%”.