L’area di Agnano è parte integrante della caldera flegrea e si distingue attraverso una morfologia costruita attraverso una attività vulcanica successiva alla messa in posto del Tufo Giallo Napoletano (15.000 anni).
L’origine del nome fa riferimento a due diverse ipotesi: la prima lo associa al toponimo “Anniano” in quanto da alcune testimonianze storiche si fa riferimento ai “Fondi Anniani” di proprietà della “gens Annia” di epoca romana. La seconda ipotesi associa il nome ad “Anguignano” in quanto il lago che si estendeva nel suo territorio in epoca storica era infestato da serpi.
La base geologica di Agnano è identificata dal cratere omonimo la cui età è attribuita a qualche migliaio di anni. Rittman (1950) attribuisce la nascita del cratere al II° periodo di attività post Tufo Giallo Napoletano rispetto ai 4 periodi che lo stesso autore aveva ipotizzato. Più di recente Rosi e Sbrana (1987) attribuiscono a 4.4 mila anni circa l’eruzione del più recente Montespina, dunque Agnano sarebbe più antico. In entrambi i lavori si evidenzia che l’eruzione del cratere dell’ Averno situato a pochi chilometri, sarebbe più recente, ed oggi si attribuisce ad esso un’età di circa 5200 anni. Sia negli studi del Rittman che in quelli di Rossi-Sbrana al Tufo Giallo Napoletano era attribuita un’età di 12000 anni. Tutto ciò non deve meravigliare in quanto nel tempo per l’attribuzione dell’ età assoluta sono stati utilizzati metodi ritenuti più affidabili e un po’ tutte le datazioni sono state riviste e ricollocate in tempi più antichi.
Il lago di Agnano è di origine vulcanica, si estendeva ove attualmente è ubicato l’ippodromo, secondo fonti storiche arrivava fin quasi la cosiddetta grotta del cane (una mofeta). Gli animali che entravano nella grotta ne restavano tramortiti per la gran quantità di anidride carbonica, se riuscivano ad uscirne potevano rinfrescarsi e riprendersi nelle limitrofe acque del lago. Non molto lontane già in epoca romana c’erano le terme. Il termalismo è una caratteristica significativa di Agnano: è un tipico fenomeno di vulcanismo secondario mediante la presenza di acque termo-mineralizzate.
Dal lago si propagavano miasmi insalubri che raggiungevano anche la collina dei Camaldoli in quanto si era soliti macerare la canapa. Ecco che alcuni frati cappuccini che dimoravano ad Agnano, chiesero all’amministrazione della vicina Pozzuoli una struttura in un luogo più salubre (da cui il nome della zona Cappuccini) Il lago fu bonificato verso il finire del XIX secolo e le sue acque fatte defluire a mare.
Nell’area di Agnano, a via Scarfoglio ed ai Pisciarelli, insistono alcune fumarole, tipico fenomeno di vulcanismo secondario con emissioni di gas provenienti dagli strati superficiali della crosta terrestre. Non è raro avvertire il tipico odore acre di zolfo proveniente dalle fumarole di Agnano e da quelle della retrostante Solfatara, soprattutto quando l’ umidità è elevata ed il vento è favorevole. L’area delle fumarole ha una dinamica endogena piuttosto vivace, attualmente è sede della gran parte degli epicentri dei terremoti collegati al fenomeno del bradisismo. Molti di essi hanno bassa energia ma, essendo molto superficiali, vengono sovente percepiti dalla popolazione locale anche perché spesso accompagnati da boati. Infatti le onde sismiche quando raggiungono la superficie terrestre, incontrando un mezzo di propagazione differente, si rifrangono producendo “una sorta di tuono”. La fumarola dei Pisciarelli desta particolare attenzione da parte degli addetti ai lavori dell’INGV ed è quindi monitorata attraverso diversi sensori che acquisiscono dati geofisici e geochimici. E’ necessario sottolineare che l’INGV è la fonte ufficiale delle informazioni circa lo stato e l’evoluzione del bradisismo.
Al cratere più antico di Agnano si sovrappongono quelli di Montespina e di Astroni. Il primo assume particolare significato in quanto la sua esplosione è la più intensa dopo quella del Tufo Giallo Napoletano; la collina di Montespina è riconoscibile da vari punti della zona e si estende al fianco della via Scarfoglio.
La collina di Montespina Astroni
Verso Pianura si riconoscono gli Astroni uno dei crateri ben conservati dell’area flegrea Alla sua attività sono attribuite almeno 7 fasi eruttive intervallate da brevi periodi di riposo, in una sequenza che fa del cratere una delle strutture più vivaci dell’area. All’interno si può riconoscere tra l’altro un duomo lavico trachitico (una emergenza di lava viscosa solidificata) che avrebbe avuto origine durante il quinto periodo eruttivo degli Astroni. Anche la settima eruzione avrebbe avuto carattere effusivo. Ciò è abbastanza raro in tutti i Campi Flegrei dove la maggior parte delle eruzioni ha avuto carattere esplosivo.
Gli Astroni, oggi sono riserva del WWF, sono stati luogo di caccia dei borboni e rappresentano uno dei polmoni significativi della città nonché un luogo dalla ricca biodiversità che contrasta fortemente con la forte antropizzazione circostante. Una delle esperienze più affascinanti all’interno del cratere degli Astroni è di sicuro l’osservazione e l’ascolto dei pipistrelli che al tramonto si manifestano nei pressi del cosiddetto Lago Grande dove tra l’altro è possibile fare anche del birdwatching.
Non molto distante dalla stazione di Agnano della ferrovia Cumana, all’interno dell’area dell’ex Italsider si può riconoscere il vulcanello detto di S.Teresa. In passato qualcuno lo ha confuso con un luogo di accumulo dei materiali provenienti dallo scavo della Cripta Neapolitana voluta da Cocceio. Si è successivamente compreso che si tratta di un cratere dalle modeste dimensioni la cui eruzione è di sicuro successiva a quella del Tufo Giallo Napoletano, tuttavia non è chiaro come la sua attività possa inserirsi nella complessa sequenza eruttiva recente.