Le opere più significative dedicate alla Pasqua nella storia dell’umanità ne sono tantissime e tutte di grande valore artistico. Quicampiflegrei.it ne ha selezionato alcune dedicate agli ultimi momenti della vita di Cristo.
Le opere di Leonardo da Vinci, Caravaggio ed El Greco nel tempo sono diventate simbolo della crocifissione e della resurrezione di Gesù.
L’ultima Cena di Leonardo da Vinci
Fra le opere che riportano nell’immaginario collettivo agli ultimi momenti della vita di Gesù e senza dubbio “L’ultima cena” di Leonardo da Vinci, nota anche come il Cenacolo.
Il dipinto ha le dimensioni di ben 4,6 m × 8,8 m ed è un’opera parietale, una vera rappresentazione scenica.
L’opera realizzata dal maestro originario di Anchiano nel 1980 è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità insieme a tutto il complesso del capoluogo lombardo al Cenacolo Vinciano, Piazza di Santa Maria delle Grazie.
L’ultima Cena è senza dubbio fra i dipinti più caratterizzanti dell’Alto Rinascimento, ed ha attirato ogni anno (periodo antecedente alla pandemia) ben circa 400mila visitatori provenienti da tutto il mondo.
Leonardo come è noto è stato un genio a tutto tondo, e qualsiasi opera, schizzo, invenzione o creazione fanno parte del tesoro del mondo ed è motivo di orgoglio della penisola italica con un valore inestimabile.
Nel 2017 balzò alle cronache la vendita dell’opera Salvator Mundi alla famosissima Casa d’Asta Christie’s a New York raggiungendo il tetto massimo di ben 450.3 milioni di dollari cancellando il precedente record, è tuttora ha ancora il primato.
Il Cenacolo è una pittura parietale in tecnica mista ed è stato più volte restaurato perché realizzato direttamente su parete a intonaco secco e non a fresco. La tecnica a secco permise a Leonardo da Vinci di essere più veloce, di dare realismo, di ritoccarlo, ma purtroppo tale tecnica non permette ai pigmenti di essere assorbiti dall’intonachino e dall’intonaco come l’affresco.
Il Cenacolo è stato realizzato prevalentemente a tempera grassa, con pigmenti in polvere stemperati e con molta probabilità i pigmenti sono stati miscelati con uova, caseina ed altre sostanze organiche, porta anche qualche elemento traslucido, si pensa che sono stati usati olii e lacche, com’era in uso nel passato, a differenza della tempera ad acqua.
Il dipinto è stato progettato con prospettiva centrale, le linee di fuga convergono nella testa di Gesù accentrando la figura del figlio di Dio. Il maestro scelse per l’opera ambrosiana l’attimo più travolgente, ossia la previsione del tradimento di Giuda e tutti personaggi si muovono in un tumulto, come di consueto in tutte le sue opere, lo stupore e poi il silenzio degli apostoli.
La Deposizione di Caravaggio
Michelangelo Merisi noto come il Caravaggio dipinse la “Deposizione di Cristo” tra 1602 e il 1604 ed è un’opera che “narra” appieno la tragedia della crocifissione e la morte del Cristo.
Il pittore meneghino definito anche “artista maledetto” per la sua vita burrascosa ha dato un’impronta decisiva alla pittura italiana grazie al suo linguaggio pittorico identificativo per molti aspetti, tra cui il risoluto contrasto tra la luce e ombra, la forte espressività dei suoi personaggi e la tecnica pittorica.
La Deposizione in tecnica ad olio venne commissionato da Girolamo Vittrice per la cappella dedicata alla Pietà, ed è custodita presso la Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano. Il dipinto ha il punto di vista basso collocando e coinvolgendo la visione dei visitatori in maniera totalitaria. L’artista meneghino è tra gli artisti che hanno stime altissime, nel 2016 venne ritrovato in una soffitta in Francia a Tolosa un suo dipinto, immediatamente stimato ben 120 milioni di euro.
Nella Deposizione del Caravaggioil contrasto di luce con le ombre è decisiva – senza mezzi termini –
ritrae il momento in cui Gesù Cristo sta per essere seppellito nella tomba interrata e non nel sepolcro. Caravaggio creò una palese narrazione tra il proprio dipinto e la stessa cappella Vittrice, dedicata alla Pietà di Michelangelo.
Ispirò senza ombra di dubbio dopo qualche secolo con la stessa posa del braccio l’artista francese Jacques-Louise-David nel 1793 quando realizzò “La morte di Marat”.
Il “Cristo morto” di El Greco
Fra gli artisti che hanno dipinto la vita, la morte e la resurrezione di Gesù con una produzione artistica notevole e tutte cariche di emotività è senza dubbio l’artista Dominikos Theotokopoulos meglio noto come “El greco”.
Tra queste La Crocifissione di Cristo realizzatatra il 1568 e il 1570 di dimensioni di 51.5 cm × 42.9 cm, attualmente custodito alla Pinacoteca di Nazionale di Atene.
La tristezza dei volti dei personaggi è disarmante insieme alla rassegnazione, la scelta cromatica e il tratto creano un’unità inscindibile e trasmettono ai fruitori tutto il pathos e la sofferenza che egli stesso provava.
Il pittore nativo di Creta e tra le figure più significative del Tardo Rinascimento spagnolo ed è tra i primi 10 artisti che hanno cambiato il mercato dell’arte.
Nel 2016 venne messo all’asta The Entombment of Christ del 1541 e il 1614 di dimensioni ridottissime di 28 cm × 19,4 cm, la vendita superò la stima e venne venduto per ben 6.101 milioni di dollari da Christie’s a New York collocandosi tra i primi 10 artisti più quotati al mondo.