Nella Squadra di eccellenza di #InsiemeperilTerritorio, fondata dalla giornalista enogastronomica Teresa Lucianelli, Raffaele partecipa con una donazione di colombe di alta qualità, alla Mission di Pasqua promossa dalla stessa formazione benefica.
La nota giornalista napoletana ha infatti organizzato insieme ai tanti amici chef, produttori, artisti, professionisti della salute, del benessere e dell’informazione, che fanno parte appunto della squadra di #InsiemeperilTerritorio, una raccolta alimentare a favore dei piccoli di Padre Massimo Ghezzi – orfani, senzatetto, vittime di gravi problematiche – dei clochard nel Progetto AbitiAmo e delle famiglie in gravi difficoltà, della Campania, che sono assistiti dai volontari della Parrocchia di San Gennaro al Vomero (via Bernini, Napoli), dove è sempre attiva – e lo è stata anche in pieno lockdown – la Mensa solidale.
Un’iniziativa che va a supportare concretamente l’attività della struttura religiosa impegnata in prima linea a favore degli “ultimi”.
OCCHIO ALLA QUALITÀ
Per Caldarelli “conta innanzitutto la qualità, quella degli ottimi prodotti campani” puntualmente utilizzati. Poi, “la sapienza degli impasti preparati con cura e nel rispetto dei giusti tempi. E, ancora, l’amore per il proprio lavoro”.
Di colombe ce ne sono tante, ma non tutte corrispondono ai requisiti fondamentali di genuinità, gustosità, freschezza, che solo un prodotto artigianale al top può garantire… e non tutte le colombe presentate come artigianali lo sono veramente. Inoltre, non tutte quelle realmente artigianali raggiungono risultati di alto livello.
Il consumatore dovrebbe quindi sempre verificare cosa sta acquistando, tenendo gli occhi bene aperti, per non cadere in trappole, attirato dai soliti specchietti per le allodole.
“Per essere certi se il dolce simbolo di pace per la tradizione religiosa cattolica è di produzione industriale o artigianale, va verificato il tipo di ingredienti utilizzati, oltre al luogo di produzione e di distribuzione: devono essere riportati sulla confezione. Capita, però, a volte, che venga commercializzata una colomba industriale per artigianale, cambiando l’incarto”.
Perciò, è fondamentale indirizzarsi su dolci prodotti da laboratori di serietà certa.
“La colomba di autentica qualità superiore, richiede una lievitazione lunga che le conferisce una struttura soffice, ottenuta per fermentazione naturale con lievito madre. È realizzata con ingredienti naturali, genuini, esclusivamente di alta qualità e si presenta con glassatura superiore ed una decorazione composta da granella di zucchero e mandorle. Esistono una serie di squisite varianti, di questo dolce tipico da forno, ideate con grande impegno e competenza, per soddisfare ogni gusto. Ciascuna proposta è stata studiata con grande cura per esaltare la delicatezza dell’impasto e gli abbinamenti golosi sono stati pensati e perfezionati per sorprendere il palato e donare soddisfazione e gioia a chi degusta questa specialità di autentica eccellenza”.
PROPOSTE GOLOSE INNOVATIVE
Raffaele Caldarelli Pasticciere anche per questa Pasqua, accanto al must tradizionale, propone tante irresistibili colombe innovative, tutte a base di selezionati ingredienti genuini territoriali. Tra esse la “Costa d’Amalfi”, un vero e proprio itinerario sensoriale nella “Grande Bellezza d’Italia” famosa in tutto il Mondo. Poesia di gusto, fantasia di aromi, bouquet suadente, armonia di sapori mediterranei, per un risultato irresistibile, di successo.
“Il giallo dei limoni, il verde intenso delle campagne, il blu cristallino del mare.
La bellezza favolosa delle sue località, i suoi tesori d’arte hanno un sottofondo di sapori, aromi e profumi che diventano parte integrante di questo incanto.
I limoni segnano in maniera unica il paesaggio della Costiera Amalfitana, diventando così i protagonisti indiscussi di questa mia ultima creazione”: parla così della sua creazione “costiera”.
All’insegna dei sapori campani e del caldo sole mediterraneo, ecco la “Colomba fichi, caramello e arachidi”.
“Abbiamo recuperato un carico prezioso per questo dolce. I fichi secchi quelli della nostra tradizione. Quanti ne hai visti essiccare da bambino, sui graticci di legno, esposti al sole di agosto, dalla mattina fino all’imbrunire? Allora li snobbavi, per il loro aspetto poco invitante, adesso hai finito per trovarli assolutamente irresistibili! E poi le arachidi, golose. 72 ore di lenta lievitazione e tanto amore ed ecco pronta la colomba con fichi secchi e arachidi, ricoperta con caramello!”
Poi c’è la “Cocco di Mamma”, con cioccolato al latte, cubetti di cocco, limone, arancia, miele d’acacia; la “Trilogy” con tre tipi di finissimo cioccolato: bianco, al latte e fondente, arancia, linone e vaniglia Bourbon; la “Bosco Bianco”, con frutti di bosco e cioccolato bianco.
“La ‘Pellecchiella’ è una colomba che nasce con l’intento di sottolineare il cambio di stagione e la dolcezza di questo periodo, infatti il suo sapore vellutato ci fa dimenticare quelli tipici dell’inverno – continua Raffaele Caldarelli – L’ho creata pensando a un pomeriggio d’estate, un’albicocca succosa e profumata immersa nel migliore cioccolato bianco e immaginando un leggero vento rinfrancante tra i capelli”.
La “Colomba alla Nocciola è caratterizzata dal gusto unico della nostra crema alle nocciole avellane: intensa, croccante e golosa”.
Dall’aroma avvolgente, deliziosa crema spalmabile al cioccolato bianco e stuzzicanti chicchi di caffè, per un momento di piacere assoluto e rigenerante, la “Coffee White” con caffe Kenon.
TRA STORIA E LEGGENDE
Come nasce la Colomba? Tre le ipotesi ritenute più probabili. Tutte riconducibili al periodo pasquale e al territorio lombardo.
La prima leggenda fa risalire suoi natali al 572 nella Pavia longobarda, durante l’assedio del re Alboino. Valicate le Alpi, egli mosse guerra all’Italia bizantina assediando la città che, dopo tre anni di assedio fu vinta dai barbari. Per evitarne le notoria furia e ferocia, le donne pavesi regalarono loro dei soffici dolci a forma di colomba: un gesto di pace che, a quanto narra la leggenda, fu tanto apprezzato da evitare il saccheggio e inoltre valse a Pavia il titolo di capitale del neonato regno.
Nella seconda leggenda, che ribadisce l’origine Pavese di questo lievitato, sono protagonisti San Colombano e la regina Teodolinda. Si narra che nel 610 circa, a Pavia, capitale dei Longobardi, la regina Teodolinda avesse ospitato un gruppo di pellegrini irlandesi, guidati da San Colombano. La sovrana offrì agli ospiti un ricco banchetto a base di selvaggina, ma il santo rifiutò, essendo periodo di Quaresima – in cui i fedeli non mangiano carme – ma Teodolinda e il marito Agilulfo, interpretarono questo gesto come una grave offesa personale. Colombano, allora, benedisse la selvaggina trasformandola in un evidente simbolo di pace: bianche colombe di pane.
Nel 1176, è invece ambientata la terza leggenda, durante le battute conclusive della battaglia di Legnano, che portò alla sconfitta delle truppe dell’Imperatore germanico Federico Barbarossa, da parte dei Comuni della Lega Lombarda. Un condottiero del carroccio scorse due colombi posarsi sopra le insegne della Lega, nonostante lo scontro fosse imminente. Colpito da questa immagine, ordinò ai cuochi di preparare dei pani a forma di colomba, a base di uova, farina e lievito, e in tal modi riuscì a infondere coraggio nei suoi uomini, tanto da portarli a una vittoria memorabile.
LA COLOMBA MODERNA
Risale comunque alla Milano degli anni ’30, la colomba moderna, nata da un’idea dell’artista e pubblicitario mantovano Dino Villani, autore tra l’altro del concorso che si chiamò poi “Miss Italia”. Villani, direttore della pubblicità dI una ditta milanese già nota per i suoi panettoni, derivato dall’antico “pan de Toni”, negli anni ‘30 del secolo scorso, per utilizzare gli stessi macchinari, ideò un dolce destinato alla Pasqua, con pasta molto simile al lievitato natalizio, già immesso su larga scala sul mercato nel 1919. La ricetta venne ripresa da Angelo Vergani che 1944 fondò la Vergani a Milano.
Destinati a diventare il dolce caratteristico della Pasqua italiana, la colomba pasquale si è diffusa rapidamente dalla Lombardia nelle altre regioni, varcando pure i confini nazionali.
L’impasto originale è a base di farina, burro, uova, zucchero, buccia d’arancia candita, e porta una ricca glassa alle mandorle. Sono state ideate tante varianti e tuttora, nel rispetto dell’evolversi del gusto, ne vengono proposte tante altre.
La colomba di Pasqua moderna, dalle tre lievitazioni, è andata ad affiancare l’uovo di cioccolato, commercializzato con successo a Torino qualche anno prima, che sta a simboleggiare la Resurrezione.
DI GOLOSITÀ IN GOLOSITÀ
Il dolce tipico pasquale, viene proposto nella sua inconfondibile forma, in tante varianti.
Le colombe firmate da Raffaele Caldarelli Pasticciere, nonostante la giovane età, talento ai forni e maestro degli impasti, testimoniano i sapori e i profumi della Campania e promuovono nuove sfumature di gusto.
I suoi prodotti sono sempre più apprezzati da un pubblico di esperti e appassionati.
È un viaggio tra i sapori del mondo, quello che propone agli autentici intenditori del gusto, attraverso le sue creazioni che fanno venire subito l’acquolina in bocca al solo vederle e riescono a stimolare e a coinvolgere perfino i consumatori che non amano i dolciumi.
Il giovane pasticciere nolano, per questa Pasqua, ha realizzato anche tanti altri prodotti legati alla tradizione, come le uova di finissimo cioccolato, all’interno delle quali è possibile inserire, a richiesta, una sorpresa personalizzata, la classica pastiera napoletana, per la gioia degli “integralisti” campani che rivendicano la priorità dell’antico dolce pasquale regionale , è sei tanti estimatori extra regione, che ne gradiscono particolarmente il sapore è il profumo inconfondibile che si sparge in ogni dove. E tanto altro ancora, affinché la Pasqua 2021, sia comunque piacevole e golosa, anche costretti in casa dalle rigide normative anti covid.