Napoli e il suo grande patrimonio artistico, si specchiano in un oceano di magnifiche opere, che vanno annoverate tra le più importanti al mondo. Parliamo della pittura di scuola Napoletana, che dal XIII secolo in poi, cavalcò le onde delle varie dominazioni straniere, dove re e vicerè, fra alti e bassi, appoggiarono la crescita delle arti liberali, soprattutto pittoriche.
Dopo gli artisti della scuola di Giotto, Vasari, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, si formò quella scuola Napoletana di artisti che ancora oggi con le loro opere, figurano tra i più eminenti della pittura Italiana e non solo.
Uno dei massimi esponenti del Barocco Napoletano, è Luca Giordano: Napoli 1634, Napoli 1705.
Aiutato dal padre, modesto pittore, che lo invitò a disegnare le opere più importanti di Napoli fin da ragazzo, crebbe come artista nella bottega di Jusepe de Ribera, pittore famoso Spagnolo, attivo soprattutto a Napoli, per poi affinare la sua arte a Roma.
Dopo il passaggio di Caravaggio a Napoli, la pittura subì una notevole influenza nelle forme e nei colori, e le opere del Giordano ne sono una notevole testimonianza.
L’Arcangelo Michele (olio su tela, 1666, conservato nel museo Kunsthistorisches di Vienna). Da notare i superbi colori, che emergono da un chiaro scuro, tipico dello stile Caravaggesco.
Adorazione dei pastori (1688, museo del Louvre, Parigi). Forte è il tema religioso nelle opere del Giordano, egli seppe tradurre in pittura, da buon Napoletano, ogni tipo di umore, ogni realtà e ogni finzione.
Il suo genio lo portò in giro per l’Italia, al principio per affinare la sua arte, poi come artista cui i grandi dell’epoca affidarono grandiose commissioni, che lui seppe trasformare in veri capolavori, come la volta della biblioteca del palazzo dei Medici-Riccardi a Firenze, commissionata dal marchese Riccardi.
Giordano tornò definitivamente a Napoli, dopo un lungo vagare di città in città, e lì rimase fino al termine della sua vita. Ultra settantenne, continuò a lavorare nella sua affollata bottega. Operò instancabilmente in molte chiese di Napoli, come quella di San Gregorio Armeno, Santa Maria Egiziaca, nella chiesa dei Girolamini, e in Santa Maria Donnaregina nuova.
Il grande pittore era conosciuto con il soprannome: Luca fai presto, datogli mentre stava lavorando nella chiesa di Santa Maria del pianto a Napoli, quando in soli due giorni dipinse le tele della crociera.
Nel 1692 fu invitato da Carlo II in Spagna, dove realizzò degli affreschi all’Escorial (considerati i suoi migliori lavori del periodo), al Cason di Buen Retiro, nella sagrestia della Cattedrale di Toledo e nel Monastero di Nostra Signora di Guadalupe; al Museo el Prado a Madrid, sono conservati 50 quadri, dipinti in Spagna, dove è palese la sua infaticabile energia.
Molti affreschi del grande pittore Napoletano, sono stati distrutti o danneggiati durante seconda guerra mondiale.
San Gennaro intercede presso Gesù e Maria (1656, Museo di Capodimonte).
Ogni tela del Giordano, è una visione di colori che sembrano abbracciare le epoche e i vari stili, in un’unica trama poderosa, che ha reso l’artista, un vero genio dell’espressività pittorica. Seppe tradurre attraverso il suo genio, le influenze dello stile Veneziano, diventando egli stesso il precursore del Barocco Napoletano. Luca giordano è sepolto nella chiesa di Santa Brigida a Napoli.