Alle 10,34 di lunedì 18 gennaio 2020, in video conferenza, il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha proclamato Procida capitale italiana della cultura 2022.
All’annuncio, sull’isola è scoppiato il finimondo.
Il merito di questa vittoria va al sindaco isolano Raimondo Ambrosino, al direttore della candidatura Agostino Riitano e a tutto lo staff che ha lavorato affinché questo sogno si realizzasse.
L’affermazione dell’isola flegrea non è però una vittoria circoscritta ai confini di Procida, ma potrebbe esserla per tutti i Campi Flegrei che, mai come nel 2022, saranno sotto le lenti d’ingrandimento del mondo intero non solo per il bradisismo – nelle ultime settimane il fenomeno ha intensificato la propria attività, alimentando preoccupazione negli abitanti, soprattutto nei cittadini di Pozzuoli, e attenzione nell’opinione pubblica – ma per le sue infinite bellezze paesaggistiche e culturali.
Tenendo conto che chi si recherà a Procida dovrà imbarcarsi a Pozzuoli – potrebbe farlo anche da Napoli ma allungherebbe di parecchio i tempi di navigazione –, la vittoria della più piccola delle isole flegree apre grosse opportunità di sviluppo per l’intero indotto coinvolto nell’evento, incluso il capoluogo flegreo.
È auspicabile che già da oggi l’amministrazione puteolana si attivasse con gli enti preposti per stilare un piano per la restaurazione e valorizzazione del proprio patrimonio archeologico in modo da non farsi trovare impreparata quando sarà.
Sarebbe bello se per il 2022 l’Anfiteatro Flavio, la necropoli del Ponte Copin, lo Stadio Antonino Pio e tanti altri siti archeologici, che in alcuni casi versano in condizioni pietose, tornassero finalmente a rilucere del proprio antico splendore, incantando i turisti e fungendo da sedi per eventi culturali di spessore nazionale e internazionale.
Sarebbe bello se per quella data venissero smontate le gru dal Rione Terra perché significherebbe che i lavori di ristrutturazione finalmente sarebbero terminati e la storica “rocca” tornerebbe a essere l’anima storica di Pozzuoli.
La vittoria di Procida non deve risolversi in pretestuose polemiche sul perché, all’epoca, anche Pozzuoli non presentò la propria candidatura per l’evento. Recriminare sul passato serve solo ad alimentare la rabbia e a far sprecare energie e tempo prezioso che potrebbero essere invece spesi in maniera costruttiva.
La vittoria di Procida è un’occasione che Pozzuoli non può lasciarsi sfuggire per dimostrare che anche lei sa fare cultura con la “C” maiuscola non solo a parole ma coi fatti.
Confidiamo che chi di dovere sappia sfruttare a dovere questa occasione offertale dalla piccola isola su un piatto d’argento.
Opportunità come questa capitano poche volte nella vita, non sfruttarla sarebbe un’offesa alla comunità.