Ieri primo incontro della commissione presieduta da Mario Coppeto dedicato all’approfondimento della delibera di Giunta comunale 423/2020 che adotta il piano urbanistico attuativo per l’ex Collegio Ciano, che fino al 2013 ha ospitato la Nato. Sono intervenuti l’assessore alle Politiche urbane Carmine Piscopo, il Dirigente del Servizio Pianificazione Urbanistica generale e Beni comuni Andrea Ceudech e Maria Patrizia Stasi, presidente del Cda della Fondazione Campania Welfare, già Fondazione Banco Napoli per l’Assistenza all’Infanzia, proprietaria del sito. La commissione ha annunciato che nei prossimi giorni si svolgerà un sopralluogo nell’area
La delibera oggetto dell’esame della commissione, ha detto Coppeto, è il frutto della sintesi di un lungo lavoro che ha visto coinvolti diversi soggetti. La commissione inaugura oggi, pertanto, un percorso di approfondimento che vedrà diversi momenti di confronto aperti alla partecipazione della Municipalità interessata, delle associazioni e dei comitati attivi sul territorio. Si tratta di una modalità tecnica di progettazione per il rilancio della città, un programma di recupero dell’area ex Nato, di proprietà della Fondazione Banco Napoli per l’assistenza all’infanzia, oggi Fondazione Welfare Campania, oggetto di un piano urbanistico attuativo, con valore di piano di recupero, adottato al termine di un procedimento complesso, che ha recepito le proposte della Fondazione e di numerosi tavoli di confronto con la Municipalità 10, i cittadini e le associazioni. Una delibera complessa per ampiezza e finalità, che rappresenta, in un’ottica di rifunzionalizzazione a servizio del territorio, una sorta di restituzione di un bene considerato sempre come un nucleo estraneo dalla città.
Per l’assessore all’Urbanistica Carmine Piscopo si tratta di una pagina importante per la città, per la collaborazione istituzionale messa in campo e perché non sfugge a nessuno l’importanza del recupero dell’ex collegio Ciano ed ex area Nato, per diverse ragioni. Un lavoro lungo, risultato di un lungo percorso iniziato nel 2013, con la partenza del Comando US Navy, e che ha impegnato l’Amministrazione comunale con le sue diverse articolazioni, la Fondazione proprietaria dei suoli, la Municipalità 10 competente per territorio, l’Università “Federico II” e la Regione Campania. Inoltre, c’è stata la partecipazione del territorio, delle associazioni e dei comitati, che hanno guardato al piano come un momento di recupero e hanno preso parte al lungo iter di discussione ed elaborazione di proposte e progetti. Una lunga condivisione, per l’assessore Piscopo, molto significativa, perché riguarda un luogo deputato alla costruzione di strategie militari e che oggi diviene una delle più grandi attrezzature sociali su scala territoriale. Su quest’area, fino al 2013, vigeva un regime di extraterritorialità che necessitava di uno strumento urbanistico che definisse la destinazione d’uso delle aree, strumento che è il piano urbanistico attuativo, da cui si svilupperanno una serie di programmi di carattere territoriale.
Il Piano Regolatore generale prevedeva che una parte dell’area fosse destinata ad attrezzature collettive, e il lungo lavoro della Fondazione e del Comune è stato dedicato all’interpretazione di questo aspetto. Il risultato è quello di una struttura di grande flessibilità, progettata con attrezzature di quartiere a uso pubblico dedicate alla formazione, allo svago, al tempo libero, alla ricettività, a usi sociali e culturali. Un atto di grande importanza strategica, che si apre a percorsi diversi anche nell’ottica della trasformazione di tutta l’area di Bagnoli.
Per Maria Patrizia Stasi, presidente della Fondazione, l’atto arriva al termine di tre anni di lavoro molto impegnativi ed entusiasmanti; sin dall’inizio si è registrata grande sintonia e disponibilità con l’assessorato, gli uffici e la Municipalità, sempre presenti anche nei momenti difficili della pandemia, e con i quali è stato sempre concordato tutto. Da tre anni lo spazio è cambiato, è diventato uno spazio vivo, teatro di numerose iniziative dedicate alle famiglie, ai ragazzi e alle scuole. Con l’accordo con la Film Commission della Regione Campania, poi, questi luoghi hanno ospitato diverse produzioni cinematografiche. Ogni passaggio di attività è stato concordato sempre con il territorio, che deve riconoscersi come comunità nei luoghi oggetto di trasformazione. Fondamentale anche il ruolo svolto dall’Università “Federico II”, che intende realizzare nell’area due studentati e il villaggio dello studente. L’ascolto, la sostenibilità economica e l’aver mixato le realtà della buona imprenditoria e dell’accoglienza costituiscono il pregio essenziale di questo atto deliberativo. La Fondazione sta già pensando a come organizzarsi per far sì che tutto quanto prevede il piano possa essere realizzato in breve tempo.
Andrea Ceudech, dirigente del Servizio di Pianificazione Urbanistica generale, ha approfondito ulteriormente gli aspetti tecnici del provvedimento, spiegando che il percorso molto lungo che ha preceduto l’adozione dell’atto si spiega col fatto che il Pua ha valore di piano di recupero, caratterizzato da diverse difficoltà tecniche. Si tratta di un caso unico di conversione di un’area militare che godeva di un regime di extraterritorialità, con la necessità di dover approvare un Pua per definire le destinazioni d’uso e gli interventi ammissibili. Anche l’Avvocatura ha fornito il suo contributo al percorso con pareri rilasciati durante l’iter della proposta del piano. Trattandosi di un’area storica, il piano di recupero si caratterizza sostanzialmente come restauro non solo dell’impianto storico, ma anche come riconfigurazione degli originali spazi aperti. La Sovrintendenza, ancora, ha seguito l’iter fornendo suggerimenti, sempre accolti e integrati nella progettazione.
Vincenzo Moretto (Misto – Lega Napoli Salvini) ha chiesto chiarimenti sulle modalità organizzative per la realizzazione e la gestione delle opere previste dal piano.
Il presidente Coppeto ha annunciato un sopralluogo della commissione nell’area da svolgersi nelle prossime settimane.