Nomen omen recitavano i latini, essi erano fermamente convinti che nel nome fosse impresso il destino di ogni persona.
Credo che questo adagio valga pure per i luoghi, i nomi che li identificano segnano la memoria collettiva, riflettono l’essenza e condividono le emozioni.
Nell’ambito della città di Pozzuoli, i nomi di alcuni luoghi sono il frutto di errate interpretazioni ed attribuzioni, ma ciò nonostante essi non sono stati mai cambiati, ed è così che sono ricordati dalla collettività.
Il Tempio di Serapide, simbolo della anima puteolana è in realtà un antico mercato, lontano dall’ essere un luogo religioso e di culto.
Tuttavia il ritrovamento al suo interno di una statua raffigurante il dio egizio Serapeo, ne ha designato la fisionomia e di conseguenza la denominazione.
Allo stesso modo, sulle sponde del lago d’Averno, tra i vari vigneti vi sono i resti del Tempio di Apollo, una struttura imponente, un antico complesso termale.
Il suo nome è il frutto di una errata identificazione, data la vicinanza del monumento alle acque lacustri, considerate la porta degli Inferi e legate al culto della Sibilla e del dio Apollo.
Questi toponimi pur essendo il frutto di un errore mantengono integra ed intatta la loro forza espressiva, il loro impatto e la loro essenza.
La gente dimentica lo sbaglio o forse neppure ne è al corrente, continua ad identificarli in questo modo e a dare loro un valore al di là della storia.