Procida è una delle isole flegree ed è di origine vulcanica. Si trova tra i Campi Flegrei ed Ischia entrambi campi vulcanici attivi per la presenza di due distinte camere magmatiche Essi si manifestano in superficie con chiari fenomeni di attività vulcanica (fumarole, terme etc etc…). Procida invece è del tutto estinta. Il vulcanismo dell’isola avuto inizio prima dell’eruzione dell’Ignimbrite Campana (40.000 anni) con l’eruzione di Vivara e si sarebbe conclusa con quella di Solchiaro avvenuta circa 18.000 anni fa (prima del Tufo Giallo Napoletano 15.000 anni).
Le eruzioni avrebbero avuto un carattere tipicamente esplosivo come la maggior parte degli eventi accaduti anche nei vicini Campi Flegrei
Il geografo Strabone stranamente descriveva Procida come un’isola “piatta”, invece essa presenta le collinette di Terra Murata e di Vivara. Se osserviamo la sua conformazione attraverso foto aeree oppure attraverso “Google Map”, possiamo notare che assume quasi una forma di un gatto. Ci sono diverse insenature tutte molto belle e caratteristiche.
Vivara è separata da Procida da un ponte artificiale attraverso cui si muove l’acquedotto per Ischia. Attualmente Vivara è Riserva Naturale Statale, ed è il relitto di un cratere il cui centro sarebbe individuato nel cosiddetto Golfo di Gemito.
L’età dell’eruzione è di almeno 70.000 anni (De Astis ed altri 2004). L’isola di Vivara è sicuramente un laboratorio naturalistico per la presenza di una gran varietà di piante della macchia mediterranea e di una interessante fauna.
Dalla parte opposta di Procida, già visibile nell’avvicinamento all’approdo si pone in bella vista la costa rocciosa di Terra Murata.
Essa è piuttosto interessante perché la sua litologia principale è un tufo giallo compatto che può essere confuso con il più famoso Tufo Giallo Napoletano di origine flegrea. Invece esso proviene dall’attività esplosiva del cratere omonimo distrutto dalle correnti marine e dai venti. Anche l’attività di questo cratere come quello denominato “Pozzo Vecchio” sito sul lato opposto dell’isola, è antecedente all’Ignimbrite Campana ma gli studiosi non hanno dati per comprendere i reciproci rapporti stratigrafici con Vivara. In altri termini non è chiara la successione degli eventi eruttivi tra questi crateri (Note illustrative della Carta Geologica foglio 465 Isola di Procida – Progetto ISPRA)
La litologie nei pressi della spiaggia del “Pozzo Vecchio” (nella parte nord occidentale dell’isola) definita anche “del cimitero” e “del Postino”, sono un significativo laboratorio geologico:
Sulla parete si riconosce un intero livello di Ignimbrite Campana la cui presenza è un importante marker stratigrafico: Le rocce situate più in basso dell’Ignimbrite sono più antiche mentre quelle ad essa sovrapposte sono più recenti. Uno degli interessanti elementi che può caratterizzare la ricerca geologica è sicuramente l’individuazione degli ambienti in cui le varie eruzioni sono avvenute. Ciò può essere fatto attraverso studi specialistici mediante per esempio analisi “micropaleontologiche”. Attraverso campioni di roccia si analizza il contenuto di fossili microscopici con la presenza di particolari individui (foraminiferi e/o ostracodi), attraverso un’analisi statistica se ne ricostruisce la popolazione per ipotizzarne l’ambiente di vita ed eventualmente anche l’età . Uno studio di questo tipo è stato effettuato per alcuni campioni di roccia della parete della spiaggia del “Pozzo Vecchio” cercando di ricostruirne l’ambiente in un periodo prossimo dell’eruzione dell’Ignimbrite e non successivo a quello dell’eruzione di Solchiaro.
Si è giunti alla conclusione che si era in presenza di un ecosistema marino a bassa profondità (tra i 30 ed i 60 m) con probabili emissioni di tipo idrotermale. (Aiello, Barra ed altri 2012)
La breccia museo è una delle facies dell’Ignimbrite Campana ed è in bella vista dalla terrazza che volge verso la stessa spiaggia del “Pozzo Vecchio” , invece più in alto si riconosce un lembo di roccia attribuibile probabilmente al cratere di Solchiaro. Tale sequenza litologica si ripete anche sul costone di roccia della spiaggia sita nei pressi del porto. Questo rapporto stratigrafico conferma come l’eruzione dell’Ignimbrite Campana sia avvenuta prima di quella di Solchiaro.
Sull’Isola sono stati anche riconosciuti i prodotti “distali” (ovvero lontani) del cratere di Fondi di Baia sito in località Bacoli nei Campi Flegrei la cui eruzione (in verità le eruzioni sono due e lo stesso cratere è doppio) è più recente di quella del Tufo Giallo Napoletano. I prodotti di questa eruzione hanno raggiunto l’isola attraverso l’atmosfera, trasportati da venti in quota.
Un altro cratere riconosciuto solo attraverso studi sulle le litologie affioranti (perché completamente distrutto dall’azione delle correnti marine e dal vento) è denominato “Fiumicello” I suoi prodotti sono stati isolati in alcune sequenze stratigrafiche anche in area flegrea, nella zona del Monte di Procida.
Sull’isola di Procida, in una insenatura non molto distante dalla spiazza del “Pozzo Vecchio” sono state riconosciute evidenze di un duomo lavico ovvero di una emergenza di lava. Essa non rappresenta un “unicum” in quanto ne sono riconoscibili altri nei Campi Flegrei L’intero territorio dell’isola è esterno alla cosiddetta caldera flegrea e non può risentire in alcun modo del bradisismo la cui influenza non ne supera i confini tuttavia sono stati individuati reperti archeologici sommersi a testimonianza di un fenomeno di subsidenza di cui l’intera isola ha risentito in epoca storica e che probabilmente ha avuto una estensione regionale.