Uscito da poco più di una settimana, “Portandomi dentro questa magia” – la biografia su Sophia Loren scritta da Paolo Lubrano per Cultura Nova – sta riscuotendo un enorme eco sia in Italia che all’estero tanto da stupire lo stesso autore. Per saperne di più sul libro, abbiamo posto a Lubrano, puteolano doc, alcune domande.
Paolo come ti è venuta l’idea di scrivere una biografia sulla Loren?
“Il libro è un tassello di un progetto molto più ampio che spero di realizzare non appena finirà l’emergenza covid. Ammetto che non era affatto nelle mie intenzioni scrivere una biografia su di lei, tuttavia sto scoprendo che il libro sta ottenendo una visibilità pazzesca, non solo in Italia. In particolare se ne sta parlando tantissimo in Germania e sta cosa mi stupisce, anche se ovviamente mi fa piacere”.
Per il modo con cui è scritto, il libro sembra un romanzo. Questo approccio narrativo è voluto o è casuale?
“È voluto, assolutamente. Anche se non pensavo di esserne capace. Il libro nasce con l’intento di celebrare i settant’anni di carriera di Sophia Loren. Ma dietro vi è l’intenzione di fare un omaggio alle donne puteolane che, secondo me, hanno particolari caratteristiche che sono all’origine del successo di Sophia. Tali peculiarità sono emerse attraverso il lungo lavoro di ricerca che ho fatto per la stesura del testo: così com’era strutturata in passato, nella società puteolana, in virtù del fatto che gli uomini trascorrevano spesso lunghi periodi in mare, erano le donne a dover prendere le decisioni in casa per tirare avanti la famiglia. Ciò fece sì che nella nostra terra si costituisse una società di stampo matriarcale. Avendo vissuto in una famiglia circondata da donne forti – la mamma, la nonna e le zie – anche Sophia ha sicuramente assimilato e sviluppato quest’aspetto che si è poi rivelato decisivo per l’ascesa del suo successo“.
Nel libro sono narrati in maniera dettagliata diversi episodi della vita privata della Loren, te li ha raccontati lei o ti sei divertito a shekerare la realtà con la fantasia?
“Molti sono frutto di ricerche che ho svolto leggendo diverse biografie su di lei. Altri li ho immaginati per avere lo spunto di raccontare altre cose. Ad esempio mi sono inventato lunghe passeggiate di Sophia a Pozzuoli per avere il pretesto di tratteggiare le bellezze di alcuni luoghi tipici della mia città in quanto questo libro vuole essere anche un omaggio a Pozzuoli”.
Poiché nel libro, in più di un momento, metti in risalto l’intimo legame tra la diva e Pozzuoli, legame che lei non ha mai rinnegato, ti chiedo: sei convinto che se non fosse nata a Pozzuoli, probabilmente la Loren non sarebbe diventata quella che è?
“Ne sono estremamente convinto! La mia intenzione è proprio quella di cercare di dimostrare che il suo successo è dovuto al fatto che lei è cresciuta proprio qui! Sophia ha fatto un centinaio di film, ma quelli che le hanno dato la notorietà planetaria, e a dirlo non sono certo io, ne sono una quindicina. Guarda caso proprio quelli in cui ha espresso l’anima della popolana, ovvero della puteolana! Lasciami aggiungere una cosa riguardante il carattere delle donne puteolane: all’epoca in cui in Italia vennero istituite le case di tolleranza, nel momento in cui si cercò di allestirne qualcuna anche a Pozzuoli, le puteolane si ribellarono rendendo impossibile la realizzazione del progetto, seppure con l’appoggio della curia puteolana. Non è cosa da poco!“
Quanto è durata la gestazione del libro?
“Poco più di un anno. Ci sono stati periodi in cui mi ci sono dedicato di più, altri meno. Giocoforza ho cercato di sfruttare al meglio i tre mesi in cui siamo stati chiusi in casa durante il primo lockdown per dedicarmici con tutta l’anima affinché fosse pronto prima della fine dell’anno”.
Paolo in il futuro hai intenzione di regalarci ulteriori biografie su qualche altro puteolano famoso?
“Non credo, scrivere non è il mio mestiere. Però è anche vero che nella vita non bisogna mai dire mai!“.
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