Antonino Viti è stato riconfermato alla presidenza dell’ACSI. E’ stato eletto all’unanimità dai delegati al XIV Congresso Nazionale che si è svolto il 7 novembre 2020 per la prima volta in modalità di video conferenza. Lo spessore dell’evento ha sancito la crescita del movimento su tutto il territorio (un milione e 200mila soci tesserati ed oltre 12mila sodalizi affiliati).
E’ intervenuto il Presidente del CONI Giovanni Malagò che ha espresso una profonda stima per il ruolo svolto dall’ACSI su tutto il territorio nazionale ed ha rivolto un appello all’unitarietà del movimento sportivo. Successivamente è intervenuto il Presidente del CIP Luca Pancalli che ha ribadito la proficua reciprocità che intercorre con l’ACSI da sempre impegnata nell’area delle figure più vulnerabili.
Nel corso dei lavori congressuali sono pervenuti i messaggi del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora che ha ribadito il suo impegno per condurre in porto l’iter della riforma e del Presidente di Sport e Salute Vito Cozzoli che ha sottolineato una sensibile attenzione verso lo sport di base.
Dai lavori dell’assise congressuale è emersa la linea politica e programmatica per l’immediato futuro. La relazione di Viti ha presentato l’excursus corposo e circostanziato sul mandato concluso. La prima parte è stata dedicata alla celebrazione dei sessanta anni (1960 – 2020).
Nel 1960 il ruolo unificante era svolto dallo sport che attraversava una stagione esaltante culminata con le Olimpiadi a Roma i cui alfieri (Livio Berruti, Nino Benvenuti, Raimondo D’Inzeo, Sante Gaiardoni e tanti altri) amalgamavano tutti gli italiani dal Brennero a Pantelleria. L’ACSI esordiva in questa straordinaria congiuntura astrale che evidenziava una forte domanda di sport emergente dalle grandi aree della sensibilità sociale.
L’improvviso tsunami del coronavirus – ha dichiarato Antonino Viti – ha determinato una catastrofe sanitaria, economica e sociale. Lo sport è stato duramente colpito. Le attività promozionali di base sono state fortemente danneggiate (strutture chiuse, operatori senza lavoro, campionati sospesi, corsi di formazione interrotti, ecc.).
Tuttavia l’ACSI ha reagito con determinazione organizzando corsi on line, eventi con il distanziamento fisico dei partecipanti, campionati multimediali. Le modalità virtuali della comunicazione hanno consentito di mantenere sempre aperto il dialogo con i tesserati, i sodalizi, i Comitati. Solidarietà e condivisione sono state il collante valoriale per tenere unita la grande famiglia dell’ACSI.
L’ACSI ritiene che la riforma dello sport sia un’occasione “storica” se va nella direzione di promuovere una visione sportiva di base profondamente radicata nelle dinamiche sociali, ambientali e culturali del nostro Paese.
Se snellisce la burocrazia asfissiante a cui sono sottoposte le ASD. Se riconosce che il tessuto connettivo delle società sportive dilettantistiche – affiliate agli Enti di Promozione Sportiva – costituisce la capillare rete territoriale di risorse umane solidali per rilanciare la coesione sociale del nostro Paese.
«Siamo soprattutto convinti – ha ribadito Viti – che il compito fondamentale della riforma debba garantire una vera ed esplicita “governance”, con le giuste competenze, con poteri effettivi, con la chiarezza dei ruoli, con la certezza che tutti possano praticare lo sport in libertà ed in sicurezza, mettendo al primo posto la tutela della salute e del benessere dei cittadini».
I lavori congressuali hanno ribadito la linea della coerenza e della continuità. L’ACSI ha sempre perorato riconoscimenti formali e sussidi legislativi per l’intero ventaglio delle più significative rappresentanze della promozione sportiva e sociale. Il nostro movimento ritiene che l’unitarietà delle idee, il consorzio delle forze sul territorio, il peso contrattuale dei progetti e dei servizi costituiscano un fronte di eccellenza, un sensore avanzato che riesce a monitorare, interpretare, rappresentare l’humus demo-etno-antropologico del nostro Paese.
In questa direzione l’ACSI continuerà a sostenere l’aforisma “tutti per uno ed uno per tutti” che intende essere un codice comportamentale fra gli Enti di Promozione Sportiva per giungere al traguardo di una squadra forte e coesa nell’interlocuzione con le forze politiche impegnate nell’elaborazione della riforma dello sport.
L’ACSI ha testato – nel corso della sua considerevole espansione – un’incisiva capacità di fidelizzare, di aggregare, di integrare. Le nostre proposte hanno incontrato interesse, attenzione e sensibilità nelle istituzioni, nella scuola, nelle famiglie. Dobbiamo rinnovare l’ispirazione delle radici storiche, risvegliare il pionierismo antesignano e lungimirante, aprire la finestra della conoscenza sulle nuove tecnologie per adeguare la nostra visione alle istanze emergenti (sociali, culturali, ambientali).
L’ACSI chiede al Governo un patto per sollecitare l’iter della riforma dello sport, per definire la governance del welfare, per valorizzare l’associazionismo come spazio irrinunciabile di relazione e di mediazione. Occorre istituire nuove politiche di strutturazione sociale per conferire riconoscimenti formali al patrimonio delle risorse umane che svolge un’azione meritoria di complementarietà.
L’ACSI ritiene che i tempi siano maturi per riconoscere nelle associazioni sportive, sociali, culturali, ambientaliste i pilastri della convivenza civile e le bussole valoriali per l’imprinting educativo e formativo delle future generazioni.
L’assemblea congressuale ha approvato all’unanimità la relazione di Antonino Viti. Ha approvato le modifiche statutarie. Ha concluso i lavori eleggendo gli Organi Direttivi Nazionali ed approvando all’unanimità il documento delle risoluzioni finali.