I Social network e l’indicibile effetto nefasto
Jonathan Gallindo, forse Galindo, il nome del “gioco” fatale che ha portato al suicidio di un 11enne originario di Mergellina, zona bene di Napoli. Il suo nome è Giovanni, figlio di due professionisti napoletani che martedì scorso non hanno potuto che constatare il decesso del loro figlioletto preciptato al suolo dal sesto piano.
Un biglietto agghiacciante: ” Scusa mamma ti amo, è uascita la mano nera, devo seguire l’uomo incappucciato”. Frasi che fanno raggelare il sangue , inquietanti: culmine di una violenza inaudita che si scherma dietro la potenza di internet.
Gli inquirenti stanno setacciando i device del giovane, ma gli indizi non lasciano spazio all’immaginazione: Giovanni è rimasto trappola di un gioco tremendo che trascende l’importanza ed il valore della vita. Si tratta di leoni da tastiera che spesso mietono vittime grazie ad un meccanismo psicologico che va a riempire quel vuoto emozionale vissuto dai giovani millenials.
Il giovane undicenne non è l’unica vittima di internet, in quanto molti giovani cedono al mondo del virtuale perdendo di vista il labile confine tra vero ed irreale e purtroppo giusto e sbagliato.
Non ultima la vicenda della giovane Tiziana Cantone travolta dal fenomeno del porn revenge perpetrato ai danni della giovane grazie alla velocità con la quale un video può viaggiare e diffondersi a mezzo social.
“Revenge porn”, “body shaming”, “deep web” sono solo alcuni dei fenomeni che inondano il mondo a portata di click . Nomi, etichette dall’afflato fatale che finiscono per travolgere il mondo dei più fragili lasciando nelle nostre menti un monito importante. Usare internet è la modernità, abusarne è la prova che il mondo del futuro ci sta spezzando, travolgendo, annientando sotto l’egida di un passato tradizionale di cui abbiamo perso l’intimità più profonda.