L’11 Settembre doveva essere un giorno felice per Paola e Ciro: la coppia festeggiava 3 anni di fidanzamento e gli ilari post sui social non lasciavano affatto presagire la tragedia che di lì a poco si sarebbe presentata.
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, i due giovani, originari del “Parco Verde” di Caivano venerdì sera ,in sella al loro scooter, stavano raggiungendo Acerra dove da poco convivevano. Il loro rientro è stato però sconvolto dall’arrivo di Michele Antonio Gaglione, fratello di Maria Paola che poco tollerava il rapporto tra i due.
Questi, a bordo del suo scooter “avrebbe più volte tagliato la strada ai giovani al fine di arrestarne la corsa”( quanto riportato dal gip), provocando infine la morte sul colpo della giovane rovinata al suolo e la frattura al braccio del suo compagno Ciro.
Una tragedia senza spiegazione che non deve passare come sacrificio d’amore. Le causa dell’odio da parte di Michele Antonio nei confronti di Ciro Migliore sarebbero riconducibili a cause transfobiche ed omofobe.
Il giovane infatti ha preso parte ad un percorso che lo ha portato a diventare uomo.
“La famiglia di Paola non era pronta ad un rapporto così-afferma in un’intervista Don Maurizio Patriciello, parroco della parrocchia di San Paolo Apostolo di Caivano- ed in effetti neanche io mi sento pronto “
Ancora una volta la nostra società dimostra di essere vessata da situazioni di odio e disprezzo verso chi sceglie di distaccarsi dalla propria identità sessuale o di genere. Un sacrificio quello di Paola che non può e non deve rimanere inosservato . Un sacrificio che non deve essere etichettato in nome della parola amore.
“Quanto accaduto, dimostra quanto siano duri i contesti che da tempo denunciamo con il nostro numero Verde Gay Help Line 800 713 713”, afferma Fabrizio Marrazzo, direttore del Gay Center.
Alcuni contesti, come afferma Marrazzo, dovrebbero essere supportati maggiormente in materia di inclusione e valorizzazione di chi fa scelte diverse da quelle comuni.
Il principio su cui dovrebbe basarsi il nostro modo di concepire il mondo dovrebbe inneggiare al bene perché solo così si potrà vivere e mai più “morire d’amore”.