Un Castello a difesa della cultura, della storia, della città. Un gigante buono che con la sua maestosità sembra solo apparentemente in contrasto con la piccola cittadina a misura d’uomo dove regna la bellezza, il decoro e le relazioni umane.
Una fortezza che svela le origini di un popolo con le spalle larghe, forte di radici millenarie della sua civiltà.
Il tour
A Bacoli la metà dei suoi abitanti si sposta a piedi o sulle due ruote. Il centro è chiuso al traffico e la periferia si arricchisce di fiori. Il borgo storico con le sue colorate e profumate viuzze è un piccolo paradiso. Da qui si scende e si arriva al mare, si sale e si arriva all’archeologia, si va quasi in piano e si arriva ai laghi e al Castello. Lungo il periplo dei mitici laghi, ricchi di allevamenti di pesci, di ostriche e di cozze, sono in corso di riqualificazione le piste ciclabili abbellite con aree verdi e con murales d’autore.
Non può che essere culturale ed ecologica una passeggiata al Castello di Baia, sito di eccellenza di Bacoli e dei Campi Flegrei.
La Storia
La fortezza che domina il golfo di Pozzuoli e di Bacoli fu fatta costruire da Alfonso d’Aragona sul finire del XV secolo per difendere la costa dai saraceni. Dopo l’eruzione di Monte Nuovo nel 1538 il viceré don Pedro Alvarez de Toledo fece una ristrutturazione del maniero dandogli la “forma di stella”. Il Castello ha ospitato grandi personaggi del passato tra cui re Ferdinando III di Trastàmara, Giovanni d’Austria figlio dell’imperatore Carlo V e Pietro Giron Duca D’Ossuna.
La destinazione nei secoli
La roccaforte divenne durante la prima guerra mondiale luogo di detenzione, successivamente centro di studi e ricerche e nel 1926 orfanotrofio militare.
Le vicissitudini non hanno modificato il suo aspetto imponente e difensivo, con ponti levatoi, fossati, cinta bastionata, torri e non hanno neanche modificato la sua bellezza resa ancor più spettacolare con i colori del tramonto.
La cittadella fortificata costruita seguendo l’andamento del promontorio ha tre torri svettanti, una torre di guardia e due torri prime sentinelle e baluardi di difesa dagli attacchi dalla terra e dal mare.
Nella parte alta era localizzato il nucleo abitativo protetto da tre ponti levatoi.
La chiesa nel Castello
Sulla sommità si erge la chiesa della Madonna del Pilar del XVI secolo, la cui riapertura è avvenuta nel 2018 grazie al direttore del Museo Archeologico dei Campi Flegrei Pierfrancesco Talamo e a Sua Eccellenza Gennaro Pascarella Vescovo di Pozzuoli.
Il Museo archeologico dei Campi Flegrei
Da 27 anni la fortezza aragonese è sede del Museo Archeologico dei Campi Flegrei, dal 2016 rientra nei siti gestiti e tutelati dal Parco Archeologico del Campi Flegrei diretto da Fabio Pagano ed appena un anno fa è stato definito “il più bel museo d’Italia”. Nella sua straordinaria cornice il Castello di Baia ospita i più celebrati capolavori del periodo greco, sannitico, ellenistico-romano provenienti dal palazzo imperiale di Baiae, dall’acropoli di Kýmē (Cuma), da Puteoli, dal nuovo percorso archeologico del Rione Terra, da Misenum, da Liternum. I preziosi reperti dei campi ardenti – sculture, iscrizioni, terrecotte, oreficerie, vasellame, monete, manufatti in metallo e vetro, etc. – fino all’allestimento tematico curato prof. Fausto Zevi erano custoditi nei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La eccezionalità dei reperti esposti documenta il carattere cosmopolita assunto dai Campi Flegrei nel corso dei millenni e fornisce indispensabili informazioni non solo sull’arte ma anche sulla ricostruzione della vita degli uomini del passato.
Il Museo promotore di eventi culturali
Il Museo promuove ed ospita eventi culturali immersivi ed emotivi, esposizioni contemporanee inclusive ed interattive, non ultima la interessante mostra sul mare “Thalassa, meraviglie sommerse dal Mediterraneo” che valorizza ancor di più lo straordinario parco archeologico sommerso di Baia.