Un baluardo minaccioso eppur rassicurante che veglia sia sul mare che sulla terra.
Una costruzione che ha visto passare attorno a se oltre 500 anni di storia e inserito in un contesto che ha visto nascere, crescere e cambiare la nostra cultura.
Oggi oltre essere simbolo di una terra è museo, all’esterno come all’interno.
Con il suo monolitico colore, le architetture severe e rigide si stagliano contro il blu del cielo e del mare.
Impenetrabile, eppure in virtù della funzione di museo conserva nel ventre la storia della sua terra.
Statue come corpi pietrificati che mostrano ancora l’austero vigore e la calda sensualità dei migliori anni, nonostante il tempo.
Teche traboccanti di vasi, utensili e amuleti che raccontano storie lontane. Tutto, tra quelle sale sembra portarti in un luogo che non c’è.
Quello che aldilà di tutto rende speciale il castello aragonese è il continuo dialogo tra esterno ed interno.
Polo museale e panoramica sul golfo.
La prova di questa connessione è lo spazio dedicato ai reparti del rione Terra che emoziona esattamente come le nuvole che corrono veloci su quelle mura centenarie, esattamente come questa terra che si allunga nel mare davanti a noi ed esattamente come il senso di scoperta che ci accompagna quando si guarda verso l’orizzonte oppure quando si cerca di capire chi siamo e da dove veniamo.
Per questo, il Museo Archeologico dei Campi Flegrei e il Parco archeologico dei Campi Flegrei, risultano essere una scoperta continua, da visitare e fotografare.
Davide Rizzo, socio Anima e Foto