Si tiene giovedì 25 giugno (ore 17:30), al Circolo Ilva Bagnoli (Via Coroglio, 90) la presentazione del volume Bagnoli. L’ultimo casco giallo di Giovanni Capasso, a cura di Giuseppe Pesce (ed. Martin Eden). Ne discutono con gli autori Antonio Bassolino, Eugenio e Giorgio Bennato e Guido D’Agostino. Saluti di Vittorio Attanasio e Guglielmo Santoro. Introduce e modera il giornalista Carlo Franco.
Cos’è accaduto a Bagnoli negli ultimi trent’anni? Dall’ultima colata nel 1990 ai grandi progetti, fino al fallimento della Bagnolifutura. Cantieri, bonifiche, polemiche, occasioni perdute. Ma anche arte e letteratura, musica, cinema e ricerca. Dopo la grande storia industriale del Novecento, a Bagnoli hanno preso forma tutte le incertezze e le contraddizioni di un “tempo nuovo” che forse non siamo ancora riusciti a comprendere, se è vero che a Taranto sembra ripetersi un film già visto. Ce lo racconta Giovanni Capasso, che la fabbrica è riuscita a vederla mentre spegneva per sempre i suoi motori. E che anche se come ingegnere ha sempre portato il casco bianco, ha amato la storia di Bagnoli fino a considerarsi a tutti gli effetti un “casco giallo”. Battendosi, insieme a tanti altri, per salvare la memoria del “Cantiere”. Che non fu solo una fabbrica, ma una grande esperienza collettiva.
L’edizione a cura di Giuseppe Pesce, con un’intervista a Ermanno Rea (2012), è arricchita da numerose immagini e da una cronologia (1910-2010); ma soprattutto da una serie di contenuti speciali (44 QR-code), con materiali foto e video rari e inediti su Bagnoli raccolti da Capasso.
Ingegnere napoletano, classe 1956, Giovanni Capasso è stato l’ultimo assunto del centro siderurgico di Bagnoli. Responsabile dell’Archivio storico e dell’Infobox (purtroppo distrutto), tra i soci fondatori del Circolo Ilva Bagnoli, è passato dall’Italsider a Bagnoli Spa alla Bagnolifutura, fino al fallimento del progetto – e del sogno – di rilancio della grande area dismessa, simbolo dell’industrializzazione napoletana. Personalità eclettica ed entusiasta, ha unito la sua passione per il mare a quella per l’archeologia industriale, lavorando a numerose iniziative. È il protagonista del cortometraggio L’ultimo rimasto in piedi (2002) di Ugo Capolupo e compare tra i personaggi della Dismissione di Ermanno Rea, romanzo nato proprio tra le “carte” dell’archivio di Bagnoli.
MARTIN EDEN https://martinedened.wordpress.com/