Le spoglie dei marinai della Classis Praetoria Misenensis, egiziani, greci, traci, africani, italici sono conservate nella Necropoli di Cappella. Le ceneri dell’èlite puteolana sono collocate nel Colombario del Fusaro.
Due necropoli lungo l’antica via romana
Le due necropoli sorgevano lungo l’itinerario funerario che i romani avevano realizzato sulla strada antica che collegava il Municipium di Miseno con la città di Cuma.
Costruite fuori le mura rispettando le leggi delle Dodici Tavole che proibiva di seppellire i defunti all’interno delle città seguono l’antica regola della Tabula X “non si seppellisca né si cremi all’interno della città alcun morto”.
La Necropoli di Cappella Vecchia
A Cappella Vecchia, un piccolo ed antico borgo di Monte di Procida, nell’ipogeo di piazza Mercato di sabato è venuta alla luce da pochi anni la Necropoli romana. Il complesso funerario è caratterizzato da edifici disposti lungo una quinta architettonica parallela alla soprastante strada.
Caratteristiche della Necropoli
I colombari rinvenuti sono ascrivibili al I secolo d.C., essi presentano una pianta quadrata con copertura a botte. Le pareti in opus reticultatum sono scandite da nicchie per la conservazione delle olle cinerarie e nella parete di fronte è posta l’edicola destinata a conservare l’urna del proprietario del mausoleo.
La Dea Selene
Le tombe sono affrescate e tra le decorazioni più interessanti vi è quella della Dea Selene inquadrata da simboli magici e da una menade danzante. La raffigurazione è la titanide, figlia di Iperone e Tea, che personifica la Luna. Affrescata a mezzo busto ha la testa coronata da una falce di luna e da una stella brillante. Il mito della Dea rappresenta la storia più romantica del mondo classico, dove il giovane innamorato Endimione viene catapultato in un sonno perpetuo dove sogna per l’eternità la sua dea, è un tema ricorrente nell’arte funeraria romana proprio come simbolo dell’amore eterno.
Alle spalle della cortina monumentale è visibile un mausoleo con tombe ad inumazione disposte su più piani.
Il sito durante il Gran Tour
Il sito archeologico nel ‘700 era visitato dai viaggiatori del Gran Tour che credevano che i resti in questa zona fossero un circo romano e solo dopo i recenti scavi l’area è stata invece identificata come una Necropoli. Gli archeologi grazie alle numerose epigrafi venute alla luce hanno potuto raccogliere informazioni sui militari e sull’organizzazione della flotta imperiale di stanza a Miseno.
Colombario del Fusaro
Ci spostiamo nel Comune di Bacoli dove sorge il Colombario del Fusaro.
Il complesso funerario, costruito tra il I e il II sec. d.C., fu edificato in onore della Gens Grania. L’attribuzione alla ricca famiglia puteolana è dovuta al rinvenimento di epigrafi dello scavo del 1841 curato dall’architetto regio Carlo Bonucci e dall’epitaffio della campagna del 1979.
Le caratteristiche del Colombario
Il Colombario ipogeo presenta caratteristiche architettoniche che lo rendono un monumento raro nel panorama degli edifici funerari. Tra le peculiarità vi sono: la particolare forma cilindrica, la struttura in laterizio, le 56 nicchie per le urne cinerarie, le 4 rientranze contrapposte con all’interno 8 nicchie per lato. A ciò si aggiunge l’imponente copertura a forma piramidale a doppio gradone con un foro centrale e quattro finestre laterali che illuminano l’intero complesso funerario.
E’ stato prezioso il contributo del prof. Vincenzo Casillo, storico e divulgatore del patrimonio flegreo.
Il Complesso del Fusaro ha riaperto al pubblico e verrà rilanciato con la mostra dello scultore di terracotta Antonio Fontanella.
Per l’assessore alla cultura del Comune di Bacoli, Mariano Scotto di Vetta “il sito attraverso l’arte moderna ritornerà a vivere e ad emozionare… nella fattispecie l’artista napoletano interpreta il singolare rapporto che i partenopei hanno con i loro defunti”.
Continua l’assessore “come con i lari, anche oggi il rapporto metafisico con i defunti familiari sollecita una riflessione sulla circolarità della vita e della morte”.