Il tour nei Campi Flegrei inizia dal cosiddetto “Tempio di Serapide” di Pozzuoli. Sul porto della bella città di Pozzuoli sorge il suo monumento simbolo che racchiude la storia della sua fondazione ed il fenomeno del bradisismo. Questa dualità, archeologia e geofisica, lo rende l’opera d’arte più singolare di tutta la regione Campania e una delle più conosciute del mondo antico.
Puteoli porto principale di Roma
La deduzione della colonia romana di “Putéolis” avviene nel 194 a.C. e per oltre tre secoli è il principale porto di Roma. Da qui transitavano merci, dal grano al vino, dall’olio alle spezie, dalle ceramiche ai vetri. Da qui transitava la cultura e la religione dall’Oriente e dall’Africa verso la “Città eterna”.
La vigna con tre colonne
Camminando sul porto svettano tre colonne in marmo cipollino che sembrano sbucare dalla terra. Fino a Carlo III queste erano inglobate in una vigna detta la “vigna con tre colonne”. Il sovrano, amante dell’antichità ne ordinò nel 1750 lo scavo. Durante i lavori venne messo in luce l’intero complesso monumentale e numerose statue tra cui la statua del dio egiziano Serapis da qui prese il nome di “Tempio di Serapide”.
Il Tempio era il Macellum di Puteoli
Recenti studi hanno chiarito che non si tratta di un Tempio ma di un Macellum cioè era il mercato pubblico di Puteoli. Il nucleo originario è di età flavia (69-96 d.C.).
Entriamo nel mercato romano
Scendiamo da dove accedevano gli antichi e ci troviamo nel cuore del mercato romano dalla forma rettangolare. Subiamo il fascino straordinario del cortile circondato dai portici su cui si affacciano le botteghe. L’ambientazione ci porta ai rumori, agli odori e ai sapori dell’antica città romana un misto di emozioni e suggestioni. Guardiamo incantati i portici con i resti di 36 colonne in granito, una delle quali ha ancora intatto il capitello corinzio. Fermiamo lo sguardo sui suoi particolari ornamenti, conchiglie che contengono delfini che inneggiano simbolicamente allo splendore della città. Al centro del cortile una costruzione circolare sopraelevata (tholos) con pavimento in marmo policromo un tempo ornata di fontana ottagonale. Si dice che la fontana ed altri elementi pregiati furono riutilizzati dai Borbone per abbellire la Reggia di Caserta.
Il bradisismo ha salvato il monumento
L’intero complesso è ben conservato e ciò è dovuto al fatto che è stato sommerso per secoli per gli effetti del bradisismo. Sulle colonne leggiamo i segni dell’innalzamento e dell’abbassamento del suolo che hanno reso il “Tempio di Serapide”uno strumento di misurazione del fenomeno vulcanico fino al XX secolo.
Tappa del Grand Tour
Il Macellum fu una tappa dei viaggiatori romantici del Grand Tour e Carlo di Borbone, fece allestire un lapidarium, (ambiente con collezione dei reperti), il primo dell’area flegrea, “a uso e diletto dei curiosi forestieri”.