“Mi manca un aggettivo per le reti. Come sono le reti?” Chiese il poeta…
“Tristi” rispose lui.
E quelle reti da pesca, quelle barche, quel piccolo mondo illuminato dall’arrivo improvviso della poesia, dalla scoperta di se stessi senza averne davvero la consapevolezza, sono la essenza della “Corricella” di Procida.
È il mondo de “Il postino”, l’ultimo film di Massimo Troisi; il visitatore che giunge in questo antico borgo di pescatori, è subito attratto dagli innumerevoli colori di un anfiteatro di case unico e particolare.
Simbolo dell’isola, uno scrigno quasi inviolato ed intatto, di rara memoria.
Arrivarci via terra non è semplicissimo. Al visitatore si prospettano numerosi gradini, stradine che si intrecciano, un’architettura particolare e spontanea.
Giunti al suggestivo porticciolo seicentesco via mare, si viene accolti da diversi ristoranti dove si può assaporare una cucina tradizionale e spontanea, In un angolo un piccolo albergo offre all’ospite il silenzio del mare dominante ed assoluto.
La Corricella guarda il borgo di Terra Murata e viceversa, come in un gioco di intese, un lungo corteggiamento che si perde nel tempo.
È proprio da questo luogo, da una locanda che è rimasta immutata che Beatrice scappa una notte per andare dal suo postino.
E chissà se vi abbia più fatto ritorno.
Una scena del film “Il postino”