Esistono dei luoghi magici per ciascuno di noi. Posti legati ad una particolare fase della nostra vita, piccoli angoli cui siamo particolarmente legati grazie ad episodi piacevoli che ci hanno coinvolto.
Microscopici anfratti che magari ai più potranno non dire assolutamente nulla ma che per noi rappresentano il posto più bello del mondo. Così come molti pittori paesaggisti si innamorano di un particolare scorcio panoramico finendo per dipingerlo da tutte le angolazioni possibili, così anche per chi ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo delle sette note a Napoli esiste un posto che trasuda musica da qualunque angolazione lo si guardi. E’ il caso del “vicolo San Sebastiano”, la caratteristica strada tutta in salita che arriva poco dopo la chiesa di Santa Chiara e termina a pochi passi dal conservatorio di San Pietro a Majella.
Per chi, come il sottoscritto, si proponeva di passare quante più ore possibili con lo strumento musicale fra le mani, cercando di imparare il più possibile nella speranza di poter non smettere mai, quella strada rappresentava un po’ una sorta di “scrigno dei desideri”. Noi tutti si passava davvero le ore davanti alle vetrine dei negozi ammirando, sognando di poter stringere tra le braccia strumenti troppo belli e troppo costosi per le tasche di ciascuno di noi (che già all’epoca non avevamo una lira…). Ma c’era di più: Camminando tra i negozi spesso ti capitava di incrociare artisti che in quel momento stavano contrattando l’acquisto di un nuovo strumento. A me è capitato di incontrare James Senese, Enzo Gragnaniello, Enzo Avitabile…E tutte le volte che te li ritrovavi lì, a poca distanza da te, rimanevi immobilizzato dalla timidezza e finivi per non farti mai fare l’autografo (i cellulari erano di là da venire quindi non c’era la possibilità di scattarsi selphie). Ma quel vicolo era famoso anche per un’altra sua caratteristica: quando ancora non esistevano internet e gli annunci on line, i muri dei palazzi erano delle vere e proprie bacheche di cerco-vendo-compro-offro.
Molti gruppi musicali sono nati proprio così: mediante un annuncio incollato al muro di un palazzo o alla vetrina di un esercizio commerciale. E così ancora oggi nonostante gli anni, che passando, portano via sempre un po’ di più di queste atmosfere romantiche, e gli smartphone abbiano sostituito le vetrine dei negozi e gli annunci scritti a penna (la chitarra adesso la compri si Amazon, l’annuncio lo metti su internet…) se dovesse capitarvi di passarci per quella strada ed avete ancora voglia di immergervi in atmosfere particolari, non lasciatevi sfuggire l’occasione di visitare questo piccolo caratteristico scorcio di Napoli. E non serve essere per forza musicisti per lasciarsi coinvolgere.
Artù