La scansione dei tempi della scena sacrale, epifanica nel doppio aspetto di profezia oracolare e nekyomanzia(divinazione per consultazione dei morti), vera e propria ierofania, manifestazione del sacro, avviene in questo modo:
Una fase preparatoria
- ricerca e contatto con la sacerdotessa di Apollo, la Sibilla; possessione (enθousiasmòs) e primo oracolo della profetessa
- condizioni della discesa agli inferi, prescrizioni rituali: 1) purificazione dell’intorno col seppellimento more parentum, secondo il costume degli antichi, del cadavere di Miseno sull’omonima spiaggia; 2) la ricerca e lo spicco del ramo d’oro, quale munus alla Iuno infera, Proserpina.
- L’epifania di Ecate Trivia, che annuncia l’avvento della Notte
La “catabasi”
- L’ingresso in antrum ,-in ferum- nell’Oscuro(catabasi),dove Enea e la Sibilla si intrattengono in un vestibolo pre-Ade, primo incontro con le anime infere e attraversamento dell’Acheronte, dopo aver mostrato a Carun il ramo d’oro
- Incontro con Didone e gli eroi troiani morti
- L’Aurora annuncia che il tempo della Notte sta scadendo
- Enea e la profetessa presso le porte dell’Ade. Enea appende alle porte dell’Ade vero e proprio il ramo d’oro.
- Enea al bivio tra Tartaro e Campi Elisi. Incontro con Museo che lo conduce da Anchise che gli predice quanto avverrà nel Lazio e gli espone la dottrina orfica della purificazione lethéia, nel fiume dell’Oblio, –catarsis lèthaia– e dell’incarnazione e delle rinascite che regge tutto l’universo(la dottrina del sēma soma).
La “anabasi”
- L’uscita ab antro- ab fero-(anabasi) verso la luce del Giorno(Dyaus) attraverso le due porte del Sonno oltre i Sogni illusori. Anchise, il padre di Enea li accompagna fin alle soglie e li fa uscire dalla porta d’Avorio, la porta delle ombre sottili, illusorie.
L’analisi di questa scena, di queste scene, tra l’onirico e la visione, non è di facile interpretazione, per due motivi fondamentali. Il primo perché è una ricostruzione poetica in cui Virgilio deposita un magma di notizie dentro una cornice orfica sapienziale che non attengono alla dottrina per i noti problemi di opportunità politica nei confronti di Augusto. Il secondo perché in genere l’Eneide e in particolare il canto VI è un deposito di informazione sul mondo arcaico, di resti archeoantropologici tipico dell’Ellenismo, cioè con una stratificazione culturale di non facile identificazione. Dunque useremo per questa interpretazione il metodo che l’archeologia usa per l’ interpretazione stratigrafica del conglomerato.