Mercoledì 25 settembre Juan Martìn Guevara sarà a Napoli alle 12 nell’aula T2 del Complesso di Monte Sant’Angelo dell’Università degli Studi “Federico II”. Il programma prevede i saluti istituzionali di Mauro Sciarelli e Renato Briganti, entrambi dell’Ateneo napoletano.
La presentazione, organizzata dal Dipartimento di economia management e istituzioni, verrà introdotta e coordinata da Leandro Limoccia, dell’Università Federico II. Interventi di Cristina de Vita, esperta in comunicazione culturale, e di Juan Martìn Guevara.
Nel pomeriggio a Portici, vicino Napoli, appuntamento alle 17:30 nella villa Fernandes in via Diaz, bene confiscato alla camorra. Oltre a Juan Martìn Guevara, interverranno Leandro Limoccia e Giacomo Di Gennaro, dell’Università Federico II, Gianfranco Napoli, direttore editoriale di InfinitiMondi, don Tonino Palmese, vicario episcopale dell’Arcidiocesi di Napoli e Gianfranco Napoli, docente, interprete dallo spagnolo.
Organizzano il Collegamento campano contro le camorre per la legalità e la nonviolenza “Franciosi”, Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie presidio “Teresa Buonocore-Claudio Taglialatela”, in collaborazione con la rivista InfinitiMondi.
Per informazioni : 3334225560; 3381739516.
Il libro
Il libro, scritto da Juan Martìn Guevara e Armelle Vincent, è frutto della decisione di condividere la vita privata della famiglia Guevara, prima e dopo la nascita del CHE, anche come forma di “restituzione” al mondo di un uomo che, prima di essere il CHE, militante libertario e rivoluzionario, era semplicemente “Ernestito”.
A cinquant’anni dalla sua morte, Juan Martín Guevara ha trovato il coraggio di togliere dal piedistallo il fratello maggiore per restituirci il volto umano del mito dilagato nel mondo dopo il suo tragico assassinio in Bolivia il 9 ottobre 1967. Per riconciliarsi con un fratello adorato ma ingombrante, Juan Martín riannoda il filo dei ricordi e ci presenta chi è stato Ernesto Guevara de la Serna prima di diventare una leggenda: il bambino-adolescente che divora libri e gioca a rugby, il ragazzo tenero e cocciuto, lo studente di medicina che si laurea a tempo di record, il giovane timido e audace con la vocazione al comando, il viaggiatore curioso e instancabile ma sofferente d’asma, il figlio prediletto che scrive malinconiche lettere a casa mentre scopre povertà e ingiustizie dell’America latina. Tra divertenti aneddoti di vita quotidiana e inediti scorci di un ambiente familiare colto e anticonvenzionale nell’Argentina tra gli anni Trenta e Sessanta, Juan Martín Guevara compie un’intensa, e a tratti dolorosa, incursione nella propria storia privata, lontana e recente. Dove eccentrici personaggi si mescolano con gli eventi del Novecento e l’assenza del fratello maggiore si riverbera sui precari equilibri di una famiglia che potrà finalmente riabbracciare il combattente sulla sierra di Cuba all’indomani della vittoria della rivoluzione cubana. Un libro sulla forza irresistibile della nostalgia e sui valori umani, prima ancora che politici, del ”Che”.
L’autore racconta il ”Che” più intimo, assolutamente inedito, consegnandoci intatto il suo messaggio: la necessità di continuare a lottare in un mondo sempre più ingiusto e devastato.
Juan Martín Guevara, fratello minore del “Che”, vive a Buenos Aires in Argentina. Ha svolto nella sua vita tantissimi lavori, dall’operaio al libraio al commerciante. Durante il regime militare è stato detenuto più di otto anni in prigione per le sue attività politiche e la sua parentela con Ernesto. Dopo la sua liberazione si è dedicato all’associazione “Sulle tracce del Che”.
“Essere il fratello del Che non è una cosa semplice. Quando le persone lo scoprono, rimangono sconcertate. Cristo non può avere fratelli e sorelle. Il Che è un po’ come Cristo”.