Il Centro di Fotografia Indipendente inaugura la sua nuova sede di piazza Guglielmo Pepe, posizionata tra piazza Mercato, piazza Garibaldi e il Porto. Punto di intersezione tra una Napoli connessa alle tradizioni e quella proiettata verso nuove e più dinamiche visioni. Un quartiere che ieri come oggi rappresenta il fulcro del melting pot mediterraneo, dove si mescolano culture diverse pronte a creare innovazione. Un’esigenza mossa da nuovi e ambiziosi progetti, e da un numero sempre crescente di allievi che scelgono la nostra professionalità.
E per farlo non c’era modo migliore se non mostrando i lavori degli allievi che hanno partecipato al corso annuale 2018/2019.
Espongono: Giovanni Bellotti – Giallo su notte verde, Ivana Donati – GESTAzione; Ilenia Giordano – Leib|Körper; Federica Lamagra – Giulietta; Giulia Morrica – Tre di me; Eugenia Perna – Da dove vengo; Luciano Petrillo – DNA; Massimo Polisiero – Turno B; Elena Zottola – Prosféro.
Racconti personali e intimi, storie di altrui vita quotidiana, ricerca artistica e sguardi sul passato. Il lavoro degli allievi del corso annuale di fotografia 2018/2019, che resterà in mostra fino al 6 ottobre, organizzato dal Centro di Fotografia Indipendente è assai eterogeneo. Insieme ai docenti Mario Spada, Biagio Ippolito, Luca Anzani, Angelo Raffaele Turetta, Massimo Velo, Salvatore Pastore, Roberta Fuorvia, Guglielmo Verrienti, Marco Spatuzza, Giuseppe Riccardi e Mariagiovanna Capone, gli allievi hanno iniziato un percorso approfondito nella fotografia lungo un anno, ciascuno con la propria conoscenza tecnica e bagaglio culturale.
I lavori
Unire linguaggi differenti è la sfida di Giovanni Bellotti che ha affrontato il suo progetto fotografico intrecciando cinema, scrittura e fotografia. Ha così dato vita a un noir evocativo ed emozionante in cui scovare varie citazioni ai grandi cult della cinematografia.
Il progetto di Ivana Donati è astrazione della natura, dove la forma eterea dei fiori perde la sua fragilità. Fiori che diventano materia primordiale quando sono uniti all’acqua, quasi come una catarsi che porta a una trasformazione.
Ilenia Giordano ha affrontato la paralisi del sonno. Un disturbo che le impedisce di muovere i muscoli del corpo ma non di avere la consapevolezza di essere sveglia. Un turbamento interiore che affronta con coraggio e senso di ribellione ridimensionando il valore che si dà alla corporeità.
Passione, eleganza, rigore. Federica Lamagra ha seguito con discrezione i passi di Giulietta in sala prove e sul palcoscenico nel suo progetto di fotoreportage. Amore e sacrificio per una disciplina con cui prova a contagiare le giovanissime allieve della sua scuola che gestisce con madre e sorella.
Giulia Morrica affronta il tema della maternità, ricomponendo la propria personalità attraverso i tre figli in cui guardarsi e ritrovarsi. Abbinando a ciascuno un colore predominante, indice dei loro tratti caratteriali e delle sue parti di sé, troverà una nuova se stessa, in un gioco di luce, colori e sensazioni impalpabili come una carezza.
I ricordi dei primi anni di vita in Ucraina per Eugenia Perna sono proprio come le madeleine di Proust. Piccoli assaggi di memoria affiorano con dolcezza attraverso bambole, documenti, indumenti per un viaggio dei sentimenti.
La storia familiare vista attraverso tre generazioni di donne è il percorso intrapreso da Luciano Petrillo. Occhi, pelle, capelli, si fondono come in un gioco di specchi della vita, metamorfosi di un albero genealogico davvero suggestivo.
I vigili del fuoco sono il soggetto del fotoreportage di Massimo Polisiero. Oltre la patina di un eroismo spesso esasperato dalla tv, ci sono gli uomini impegnati in turni estenuanti, attrezzature usurate e interventi di routine ma sempre pronti a garantire la sicurezza.
A Latronico, sui monti lucani, le donne usano ricamare il puntino ad ago, un metodo simile a quello utilizzato dai pescatori del Mediterraneo in epoca ellenistica per le loro reti. Elena Zottola ha così voluto elaborare il connubio tra terra e mare in un progetto fotografico che si interseca con lo studio antropologico e la ricerca delle proprie radici.
L’ingresso alla mostra è gratuito
Per tutta la durata della mostra sarà possibile usufruire di uno sconto del 10% sul corso CFI anno accademico 2019/2020 iscrivendosi in due o più persone.
Il Centro di Fotografia Indipendente è un’officina creativa, nata a Napoli nel 2013 dall’incontro dei tre fotografi Mario Spada, Biagio Ippolito e Luca Anzani con l’intento di sostenere, diffondere e sviluppare la cultura fotografica. Seppur profondamente radicato nel tessuto culturale partenopeo, il CFI si apre all’innovazione proponendosi come luogo di condivisione e confronto di sguardi, nell’intento di percorrere nuove strade volte alla comprensione della realtà in cui viviamo. Accanto all’attività di formazione, che costituisce il suo nucleo fondante, ha realizzato, negli ultimi anni, seminari aperti al pubblico e collaborazioni con i più importanti maestri e operatori della fotografia italiana.