Si chiama “Palio della Stuzza”, è una competizione molto simile al “Pennone a mare” di Pozzuoli e si svolge da ben 118 anni nell’arenile della Marina Piccola del grazioso comune di Castellabate, in provincia di Salerno. I partecipanti alla gara, tutti rigorosamente castellani, camminano a turno su un palo di 18 m. cosparso di grasso animale, tentando di rimanere in equilibrio per afferrare le tre bandierine poste in prossimità della punta. Esattamente come a Pozzuoli, la manifestazione ha origine negli ambienti della marineria locale e si tiene ogni anno prima della processione religiosa in onore di Santa Maria a Mare, la patrona locale. Qui però i due eventi si svolgono il 14 agosto, anziché il 15. È una delle tradizioni più antiche del Cilento, molto sentita dagli abitanti del luogo, che addirittura per tre giorni, dal 13 al 15 agosto, rinunciano a fare il bagno in mare, come fioretto e omaggio alla Madonna. Ogni anno, molti turisti vengono in città proprio per assistere allo spettacolo e per questo il “Palio della Stuzza”, organizzato dall’associazione “Cilentani DOC”, riceve il sostegno sia del Comune di Castellabate sia di numerosi sponsor privati.
Secondo la tradizione locale, confermata da recenti ricerche compiute da Gianluca di Luccia, membro di una storica famiglia di pescatori castellani, il nome “Stuzza” deriva dalle aste mobili lunghissime, dette appunto “stuzze”, che un tempo i marinai montavano durante le battute di pesca sulle “bilancelle” (imbarcazioni di piccolo cabotaggio) per aumentare la superficie velica a poppa e a prua. Gli inventori del Palio sarebbero stati i ragazzini, futuri aspiranti marinai: quando le imbarcazioni erano in rada all’àncora e con le vele serrate, per primi avrebbero dato vita a gare di abilità che consistevano appunto nel camminare in equilibrio sulle “stuzze”. In seguito, per aumentare la difficoltà, a qualcuno venne in mente di ‘nzevare la stuzza di grasso animale impastato con olio dei residui di frantoio (il sivo), una pasta frequentemente adoperata per tirare in secco le barche. Si pensò poi di trasferire a terra la “stuzza”, incassandola nella scogliera, sulla terrazza dominata da una statua in bronzo della Madonna del Mare, dove è rimasta per circa un secolo. Negli ultimi anni però un fenomeno di insabbiamento ha costretto a trasferire l’istallazione del palo ingrassato sulla scogliera sita all’estremità del lungomare Perrotti.
Le somiglianze tra il “Palio della Stuzza” di Castellabate e il “Pennone a mare” di Pozzuoli offrono spunti interessanti per ricerche comparate sulle origini di questa comune tradizione e sulla cultura di cui è espressione. Ma potrebbero anche rappresentare un valido presupposto per un gemellaggio tra i gruppi organizzatori delle due manifestazioni (per esempio con un reciproco invio di delegazioni nei giorni del 14 e 15 agosto), il tutto sostenuto dai sindaci e dagli assessori competenti delle due città. Sarebbe motivo di reciproco arricchimento culturale, ma anche un’interessante iniziativa in chiave turistica per due città affacciate sul mare, che hanno una storia antica, una particolare devozione per il culto mariano e una secolare cultura popolare e marinara.
Ai lettori di “Quicampiflegrei” e agli amici cilentani che volessero sapere di più sulla tradizione del “Pennone a mare” e sui pescatori di Pozzuoli suggeriamo alcuni recenti servizi a cura di Gemma Russo e Alfio Panico:
Curiosa e divertente la competizione, interessante la ricostruzione storica in chiave comparativista, bella l’idea de gemellaggio tra due perle delle nostre terre: complimenti agli acrobati della stuzza, ai ragazzini che se l’inventarono, a chi porta avanti la tradizione e a chi ce la racconta!