Cosa hanno in comune le parlate di Torre Annunziata, Torre del Greco e Pozzuoli? Quale potrebbe essere l’origine del dialetto puteolano? Quali le caratteristiche fonetiche? Salvatore Brunetti ha – coraggiosamente – dato alle stampe il libro che tanti aspettavano: “Dialetto puteolano. Saggio storico-grammaticale”. Una pubblicazione che aiuta a conoscere meglio uno dei dialetti più caratteristici della Campania, un parlare che si riconosce dall’uso frequente di vocali e che suscita la curiosità di tanti.
Brunetti è andato oltre le aspettative di chi pensava che il libro contenesse un folkloristico approfondimento. L’autore invece propone una grammatica – il che vuol dire una serie di regole – del puteolano, compresa la coniugazione dei verbi. E poi, andando ancora oltre, procede in una proposta di trascrizione in puteolano di alcune poesie di autori come Salvatore Di Giacomo e Vincenzo Russo: una “traduzione” direttamente dalla lingua napoletana. Fino ad arrivare, con non poche sorprese per chi si cimenterà a leggere il risultato finale, alla traduzione della I Egloga delle Bucoliche di Virgilio.
“Dialetto puteolano. Saggio storico-grammaticale” può essere considerato una tappa per coloro i quali, da oggi e in avvenire, vorranno conoscere e studiare il dialetto di Pozzuoli.
Intervista all’autore
Come nasce l’idea del libro?
“Nasce a seguito di un dialogo con il maestro Roberto De Simone, appassionato estimatore del dialetto puteolano, il quale nel corso di alcuni incontri mi ha invogliato a comporre una dettagliata grammatica sull’argomento. Ho ricevuto anche incoraggiamenti da molti puteolani e dal presidente dell’associazione Lux in Fabula, Claudio Correale”.
Perché un libro sul dialetto?
“È statisticamente accertato che il dialetto è il linguaggio corrente maggiormente praticato subito dopo l’Italiano. È anche vero, purtroppo, che il dialetto soffre di un problema non trascurabile: mentre la pronuncia rimane nel tempo pressoché immutabile e quindi uguale in tutti i luoghi in cui lo si parla, l’ortografia invece, subisce notevoli trasformazioni per la mancanza di vocabolari e grammatiche ufficiali che diano riferimenti certi. Infatti, mettendo a confronto qualche libro in dialetto napoletano di diversi autori, nello scorrere i testi, si riscontrano quasi sempre notevoli divergenze, talvolta anche tra autori coevi. Si aggiunga poi l’assurda tendenza a scrivere così come si parla, nonché l’utilizzo di segni diacritici a sproposito come aferesi, apocopi, accenti circonflessi e in certi casi addirittura le dieresi. A parer mio sarebbe indispensabile e doveroso tener sempre presente la netta distinzione tra fonetica e ortografia”.
Si può definire il puteolano un dialetto?
“Soltanto oggi, anche il puteolano, lo si può chiamare dialetto in quanto ha una sua grammatica. Secondo i recenti orientamenti degli addetti ai lavori, vengono definiti dialetti anche parlate locali come quelle torresi, giuglianesi, afragolesi e tante altre della nostra regione”.
La pubblicazione è edita dall’associazione Lux in Fabula che da oltre trenta anni si occupa di attività socio-culturali sul territorio flegreo e napoletano.
È possibile acquistare il libro rivolgendosi all’associazione oppure recandosi al Book Shop New Media Press Edizioni Flegree in via Oberdan, 21 a Pozzuoli (nei pressi dell’Anfiteatro Flavio). Tel. 081.6122707
Il libro sarà presentato sabato 18 maggio alle ore 18 nella sede di Lux in Fabula in via Rampe Cappuccini, 5 a Pozzuoli.