Ci sono libri che hanno l’intento di raccontare storie di uomini semplici. Uomini che hanno amato le sfide. Sfide che – con coraggio ed umiltà – sono state vinte. È anche questo il libro “Una vita per il mare e per i suoi tesori sommersi” (New Media Press Edizioni). Un libro che racconta la vita di Mario Rosiello, sub professionista e protagonista di ritrovamenti archeologici importanti lungo la costa campana.
Un libro-intervista curato da Antonio Cangiano, giornalista de Il Mattino. Cangiano, archeoreporter, non è nuovo ad intervistare i personaggi che hanno dato un contributo alle più recenti scoperte della Campania.
La vita di Rosiello ricorda la leggenda di Colapesce; mito diffuso in tutta l’Italia Meridionale a partire dall’alto medioevo ma che, secondo Benedetto Croce, risale all’era pagana; a quando le credenze religiose erano legate a dei e semidei dai limiti umani ma dalle gesta immortali. Come Colapesce, il ragazzo che vivrà in eterno negli abissi del Tirreno, Mario Rosiello è l’uomo che mette in comunicazione il mondo terrestre con l’altro mondo, quello sottomarino, vicino ma accessibile per pochi eletti, scelti tra i più coraggiosi. Rosiello è un inviato dell’”al di qua” per addentrarsi nel Regno di Nettuno e per scoprire tesori: statue, monili, bronzi, pezzi di imbarcazioni che ci aiutano a capire il passato. Ma Rosiello scende nelle profondità marine anche per mappare e registrare il “respiro” della terra, quelle fumarole le cui intensità, ci aiutano ad interpretare l’atavico pericolo vulcanico.
Il posillipino Rosiello è, insomma, il tramite tra due dimensioni. Egli esegue le indicazioni degli studiosi e si immerge nel suo mare, amato ed insidioso. Laggiù ha piena libertà. Mappa, indaga, intuisce e scopre. Un professionista completo, che non si è fatto mancare nulla: è stato in missione per la Soprintendenza, per l’Osservatorio Vesuviano, per la stazione Zoologica Anton Dohrn. Ha lavorato per compagnie di navigazioni ed enti privati.
Nel suo libro emerge l’amore per il mare e il piacere per la scoperta. Nelle pagine – poche, ma intense – vengono fuori storie e foto dei ritrovamenti. Marmi e bronzi esibiti come trofei.
Rosiello, classe ’45, racconta come è stato scoperto il Ninfeo imperiale di Baia. E poi ancora racconta dell’intuito che lo ha portato a scoprire tesori nei fiumi Sele e Garigliano e l’individuazione della statua di Nettuno nella Grotta Azzurra di Capri.
La sua figura si inserisce in quel filone di uomini leggendari che hanno vissuto un periodo – dagli anni sessanta in poi – in cui la tecnologia aveva fatto dei passi avanti. Passi avanti importanti ma non sufficienti a togliere il primato dell’uomo: le attrezzature subacquee all’avanguardia potevano essere utilizzate solo da chi, con coraggio e preparazione, era disposto a rischiare la propria vita. Quanto dobbiamo a Rosiello per le sue sfide e le sue scoperte?
La presentazione
Il libro “Una vita per il mare e per i suoi tesori sommersi – Racconti, foto e memorie del sub Mario Rosiello” sarà presentato giovedì 31 gennaio, alle ore 18, alla libreria Vitanova in Viale Gramsci, 19 a Napoli. Alla presentazione, insieme a Mario Rosiello, saranno presenti l’autore, Antonio Cangiano e l’editore Rosario Scavetta. Interverranno all’incontro Giuseppe Luongo (professore emerito Università degli Studi di Napoli – Federico II); Enzo Maione (Centro Sub Campi Flegrei); Ciro Biondi (giornalista e presidente di Dialogos comunicazione); Michele Stefanile (archeologo subacqueo); Marco Molino (giornalista e scrittore). Così definisce il libro, Antonio Cangiano, autore dell’opera: “Una raccolta di piacevoli conversazioni sul mare e sui suoi misteri, quelle contenute in questa breve biografia dedicata al sub Rosiello, che affascinerà non poco il lettore. Un caleidoscopio di avventure, esplorazioni, salvataggi in mare, e sensazionali scoperte che hanno scritto la storia recente dell’archeologia subacquea nei Campi Flegrei e non solo“.