L’aveva battezzata “La Caccavella”, come una dei più importanti successi canori. Nino Taranto – il grande attore e cantante napoletano – aveva costruito la sua villa a Lucrino per amore del mare. Per quattro mesi all’anno la numerosa famiglia Taranto si trasferiva da Napoli al buen retiro di Pozzuoli.
“Mio nonno amava Pozzuoli e Lucrino in particolare – racconta il professor Francesco De Blasio, figlio di Maria, una delle figlie dell’attore – Qui era possibile raggiungere subito il mare. A Lido Napoli aveva la cabina prenotata ogni anno. La famiglia abitava al corso Vittorio Emanuele ed era possibile raggiungere la villa in via Tripergole anche con la Cumana. Per tradizione molte famiglie napoletane sceglievano Bagnoli come luogo per trascorrere la villeggiatura, ma nel tempo, con la presenza dell’industria siderurgica, molti optarono per Pozzuoli. A Lucrino non c’erano tutte queste ville come oggi. E la nostra fu una delle prime”.
La famiglia Taranto era un riferimento per tutta la zona. La presenza dell’artista richiamava l’attenzione. E Nino – al secolo Antonio Eduardo Taranto – ricambiava l’affetto della gente.
“Mio nonno amava stare con gli altri – spiega De Blasio – amava intrattenersi con le persone. Quando da giovane uscivo con lui non si sottraeva mai dal suo pubblico: era amato e ricambiava questo grande amore. “La Caccavella” era abitata da tutta la famiglia. Una famiglia che potremmo definire matriarcale per la presenza di mia nonna Concetta intorno alla quale girava tutto. La struttura era molto grande e c’erano periodi in cui trascorrevano le vacanze anche 20-25 persone. Soggiornavamo a Lucrino dal primo giugno fino al 30 settembre, perché poi ottobre iniziava la scuola. La villa era uno dei punti di riferimento della zona. All’epoca c’erano poche famiglie che avevano il televisore a casa e pochissime erano quelle che avevano il televisore nella casa di villeggiatura. Da noi c’era la tv e quindi molti accorrevano per guardare i programmi. La nostra fu anche una delle prime famiglie ad avere la linea telefonica. Mio nonno per passione e per lavoro amava i film e organizzava delle proiezioni all’aperto, come un vero cinema. Ovviamente si proiettava di sera con le cosiddette “pizze”. E anche i vicini si avvicinavano e guardavano i film”.
Francesco De Blasi ricorda alcuni eventi storici vissuti alla Caccavella: “nel 1960 si svolsero le Olimpiadi di Roma. Da Bacoli diretti a Pozzuoli passarono i tedofori. Noi eravamo lì, davanti alla villa ad aspettarli. Così come il 29 luglio del 1969: assistemmo in diretta all’allunaggio”.
La Caccavella fu lasciata negli anni ’70: “Nel ’73 c’è stata l’epidemia di colera a Napoli. Molte spiagge, tra cui quella di Lucrino, furono risultavano sospette perché vi si coltivavano i mitili. Mio nonno decise di andare altrove. Qualche anno prima aveva interpretato il film “Stasera mi butto” nel 1967 completamente girato a Pinetamare a Castelvolturno. Furono i costruttori Coppola a dare a lui la possibilità di costruire un’altra villa. All’epoca il Villaggio Coppola era un luogo d’élite”.
Ho comprato la caccavella
ho comprato la caccavella
la caccavella.
Per l’amore della mia bella
per l’amore della mia bella,
della mia bella
Nel 2017 il comune di Pozzuoli – a 110 anni dalla nascita del grande napoletano – ha voluto rendere il doveroso omaggio a Nino Taranto intitolandogli la Villetta di Lucrino che oggi porta il suo nome. La famiglia donò all’amministrazione una statua con fontana che gli artigiani di Vietri avevano creato per l’attore. La statua era collocata nella villa e riproduceva proprio Taranto con la caccavella, ossia il putipù, il tradizionale strumento popolare campano. L’Amministrazione pensò di collocarla nei giardini ma la statua fu vandalizzata. Ora è in deposito e si aspetta che il comune trovi la giusta collocazione.
Nino Taranto, napoletano di Forcella, nacque nel 1907. Iniziò come macchiettista e lo sarà per sempre. Celebre il suo personaggio Ciccio Formaggio. Celeberrima fu la paglietta a tre punte che resta un suo emblema. Fu attore comico e non disdegnò ruoli drammatici. Si esibì nella sceneggiata e nel verità. Fece parte delle più importanti compagnie del ‘900 come la “Compagnia dei Piccoli” e con la “Cafiero-Fumo”. Gigi Pisano e Giuseppe Cioffi furono i suoi due autori principali che scrissero per lui alcuni dei più importanti successi. Nel repertorio del grande interprete non sono mancati altri autori come Giannini, Salvatore Di Giacomo, Grassi, Scarnicci e Tarabusi, Titina De Filippo, Libero Bovio, Luigi Pirandello, Giuseppe Marotta e Raffaele Viviani. Di quest’ultimo fu amico e allievo.
Ha recitato in quasi ottanta film, sei dei quali girati al fianco dell’immenso Totò (Totòtruffa 62, Lo smemorato di Collegno, Totò contro Maciste, I due colonnelli, Totò contro i quattro, Il monaco di Monza). I loro mitici sketch, spesso improvvisati, sono entrati nell’immaginario collettivo tanto da essere continuamente riproposti alla prima occasione utile da ogni appassionato. Nel 1953 Taranto ottenne il Nastro d’Argento come protagonista del film “Anni facili” del 1953, la pellicola di Luigi Zampa con soggetto di Vitaliano Brancati che segnò, per la critica e la censura, la storia del cinema italiano. Grande spazio nella sua carriera la ebbe la televisione. Il teatro fu il suo grande amore. Insieme al fratello Carlo Taranto recitò negli ultimi anni con la compagnia di Luisa Conte. Nino Taranto morì nella sua Napoli il 23 febbraio del 1986.
Oggi è la Fondazione Nino Taranto ad occuparsi della divulgazione dell’opera del grande attore napoletano.
Si ringrazia la Famiglia Taranto e la Fondazione Nino Taranto per le immagini