Zeus, massima divinità dell’Olimpo ha la funzione di governare l’ordine sociale: regna su tutto e su tutti.
Da lui tutti i sovrani della terra ricevono il loro potere e solo a lui rendono conto delle loro azioni. Il fulmine è il suo principale attributo e la sua arma che scaglia come punizione sui trasgressori delle regole.
Zeus era venerato in tutta la Grecia e, particolarmente, a Olimpia, dove venivano organizzati i giochi a lui dedicati e a Olimpia sorge il più importante tempio a lui dedicato.
Nato da Rea e da Crono/Saturno, la madre lo nascose da piccolo presso le ninfe e allattato dalla capra Amaltea per sottrarlo al padre che aveva l’abitudine di divorare i propri figli.
La dea consegna a Crono una pietra al posto del figlio, che egli divora. Zeus cresce sveglio, forte ed intelligente; costringe il padre a vomitare i suoi figli ingoiati, lo uccide e ne prende il posto. Il culto di Crono sussisteva soprattutto ad Atene, dove veniva celebrato in Estate. Nella religione romana, veniva adorato in suo luogo Saturno.
Sposo di Era/Giunone, aveva l’abitudine di tradirla spesso. Ovidio, nelle sue “Metamorfosi” racconta le sue avventure amorose con dee e fanciulle mortali, sedotte, anche, sotto mentite spoglie dando luogo ad altrettanti soggetti iconografici.
Viene rappresentato come un uomo maturo, con lunghi riccioli e la barba. I suoi principali attributi sono la saetta, lo scettro, simbolo del potere, e l’aquila, che sua messaggera, che gli volò incontro durante la lotta ai Titani per annunciargli la vittoria.
Nella mitologia romana la figura equivalente a Zeus era Giove, mentre in quella etrusca era il dio Tinia.
Le rappresentazioni di Zeus nell’arte greca sono tante: bronzetti, lamine a sbalzo, sculture, rilievi architettonici, pitture vascolari ecc.
A volte appare seduto in trono, isolato o nel consesso degli dei, con una folta barba, lunghi capelli coronati di alloro, a volete vestito di chitone a volte con il torso nudo e il mantello attorno alle gambe, lo scettro o il fulmine nella mano destra.
Altre volte è in movimento mentre insegue qualcuna delle sue varie amanti oppure mentre combatte, contro i Titani, i Giganti, Tifone e altri esseri mostruosi.
Fidia scolpisce la più famosa statua, Zeus crisoelefantino di Olimpia, in copertina ne vediamo una rappresentazione in un’illustrazione di Quatremère de Quincy (1815).
L’importanza del culto di Zeus è attestato anche dai materiali rinvenuti nella grotta di Psychro a Creta eta nel distretto di Lasithi. Si tratta di un’antica grotta sacra minoica che viene associata alla grotta Dittea, quella dove, secondo Esiodo, Rea diede alla luce Zeus ed è il luogo in cui la capra Amaltea nutrì il neonato Zeus col suo latte.
La grotta fu scavata per la prima volta nel 1886 e gli scavi proseguirono fino al 1900. Fu ritrovato un altare stuccato circondato da strati di cenere, ceramiche e “altri rifiuti”, tra cui vi erano offerte votive in bronzo, terracotta, ferro e osso, con frammenti di trenta vasi per libagioni e innumerevoli ciotole coniche in ceramica per le offerte di cibo. Le ossa ritrovate tra la cenere hanno dimostrato l’uso di sacrifici di animali.
Sono stati ritrovati resti ceramici che attestano la frequentazione della caverna dal Tardo Minoico fino ad alcuni reperti di stile geometrico (dal XV al IX secolo a.C.).
Nelle fessure verticali delle stalattiti più basse sono stati ritrovati modellini di bipenni (ascia a doppio tagliente), lame di coltelli, aghi e altri oggetti in bronzo, posti qui come oggetti votivi. Anche il fango posto accanto al lago sotterraneo era ricco di oggetti simili, di statuette maschili e femminili e di pietre intagliate. Psychro ha fornito numerose pietre semi-preziose, tra cui corniola, steatite, ametista, diaspro ed ematite.
I reperti recuperati a Psychro sono in mostra presso il museo di Candia, l’Ashmolean Museum, il Louvre e il British Museum.