Pozzuoli. Maria Di Razza, regista puteolana, ha portato alla 75° Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Eventi Speciali delle Giornate degli Autori, il cortometraggio animato Goodbye Marilyn. È la prima volta che una cittadina puteolana concorre ad un festival prestigioso come quello di Venezia.
Maria di Razza però non è una nuova alla partecipazione a festival cinematografici prestigiosi: nel 2013 realizza il premiatissimo cortometraggio di animazione “Forbici” sul tema del femminicidio, che riceve una menzione speciale ai Nastri d’Argento 2014. Nel 2014 realizza il cortometraggio in animazione “Facing off”, una ulteriore esplorazione del mondo femminile attraverso l’osservazione della trasformazione del corpo della donna. “Facing off” è stato finalista ai Nastri d’Argento 2015.
Nel 2016 realizza un altro lavoro di grande successo internazionale, (In)Felix, una fantasia animata distopica sulla Terra dei fuochi, nel quale si immagina un futuro apocalittico in cui agli abitanti dell’area di Giugliano viene interdetto il territorio, costringendoli ad emigrare in massa.
E ora il nuovo lavoro di animazione, Goodbye Marylin ,l’omaggio alla diva hollywoodiana per eccellenza, un adattamento della Graphic Novel omonima edita da Becco Giallo, scritto da Francesco Barilli e illustrato da Sakka (Roberta Sacchi).
Goodbye Marylin racconta una Marilyn Monroe immaginaria: In occasione del suo novantesimo compleanno, Marilyn Monroe riceve la lettera di un giornalista che vorrebbe intervistarla. La grande diva di Hollywood non si concede al pubblico da cinquant’anni, da quando, senza alcuna spiegazione, ha deciso di ritirarsi per sempre dalle scene. Sorprendentemente Marilyn decide di rompere il silenzio e di concedere l’intervista. Il giornalista cercherà di decifrare il mistero di una donna che, all’apice del successo, rinunciò alla fama in nome della propria libertà, diventando un mito.
Goodbye Marilyn è prodotto da Marechiarofilm Produzioni e Maria Di Razza, in collaborazione con Zen Movie, con il sostegno della Film Commission Regione Campania e il patrocinio del Comune di Pozzuoli, scritto da Oliviero Del Papa, montato da Pietro D’Onofrio con la colonna sonora originale di Antonio Fresa, il montaggio del suono di Dario Calvari e la voce di Maria Pia Di Meo nel ruolo di Marilyn, Gianni Canova nel ruolo del giornalista e Lucia Rocco nel ruolo della ragazza. Il film è distribuito da Zen Movie.
Lei ha portato a Venezia il cortometraggio “Goodbye Marilyn”. Come le è venuta l’idea di mettere su pellicola il libro omonimo?
«In Goodbye Marilyn lo scrittore ha immaginato che quella famosa notte del 1962 Marilyn Monroe non sia morta, ma che si è ritirata a vita privata, lontana dalle scene perché si sentiva schiacciata dal peso del successo e non ha retto. Dopo 50 anni che è stata lontana dalle scene ha accettato l’intervista che gli ha richiesto questo giornalista tramite una lettera. A me ha colpito moltissimo, mi ha praticamente folgorata il fatto che lei si racconti con una maturità e con una serenità inedita. A me piacerebbe che, se Marilyn fosse ancora viva, si raccontasse esattamente come fa nel libro. Io ho sempre pensato che Marilyn fosse una persona di spessore superiore rispetto a quello che noi abbiamo visto, quella dell’oca giuliva, la donna un po’ svampita. Lei in realtà era una persona fragile e ha reagito come poteva a tutto il successo che ha avuto e che non ha saputo gestire, però lei non era assolutamente una stupida. Ho voluto raccontare questa mia visione, questa storia. Ho avuto la fortuna incredibile che Maria Pia di Meo, la più grande doppiatrice che abbiamo, una fuoriclasse, che è la doppiatrice di Maryl Streep solo per dirne una, ha accettato di dare voce al personaggio di Marilyn Monroe. Maria Pia di Meo ha 80 anni e si è generosamente concessa a me che non sono di certo una regista di fama mondiale».
Ma lei ha comunque ha i suoi meriti….
«Il lavoro ha i suoi meriti. Lei, come gli altri doppiatori sono stati conquistati dal mio lavoro. Ho avuto il piacere di aver lavorato con Maria Pia di Meo e con Gianni Canova, che ha dato voce al giornalista che intervista la diva di Hollywood. Anche lui molto generosamente mi ha concesso la sua voce, perché gli è piaciuta l’idea di dover intervistare questa Marilyn inedita».
Chi altri ha collaborato al suo cortometraggio?
«La colonna sonora l’ha curata Antonio Fresa che ha fatto un lavoro eccezionale. Il montaggio sonoro è di Dario Calvari. L’animazione è a cura di Laura Sannati e Ilaria Verza che sono due ragazze della squadra che ha animato Gatta Cenerentola (film d’animazione candidato agli Oscar 2018 e vincitore di due David di Donatello – ndr). La sceneggiatura è di Oliviero Del Papa, che è un ragazzo che io ho conosciuto quasi per caso. È giovanissimo, e studia Scienze Sperimentali a Roma, è uno studente di sceneggiatura e ho capito che lui aveva un potenziale. Scegliere un buon sceneggiatore è essenziale perché era necessario un adattamento del libro poiché i tempi del cinema sono del tutto diversi rispetto a quelli del romanzo. Il montaggio invece è stato a cura di Pietro D’Onofrio».
L’idea del cortometraggio animato è nata dal fatto che ha preso ispirazione da una graphic novel?
«Si, io ho animato i disegni originali del libro: è proprio il libro ad aver preso vita. E devo dire che sia lo scrittore che la disegnatrice sono stati molto contenti di quest’adattamento. Ovviamente la trama ha subito delle modifiche, nel libro si parla anche dei Kennedy, ma a me non interessava raccontare delle storyline secondare come quella sui Kennedy, il focus è solo su Marilyn. Questo è per me un lavoro più intimistico che di cronaca. L’autore e la disegnatrice, nonostante le modifiche, sono stati molto contenti del prodotto finale. Io devo un enorme grazie alla casa editrice Becco Giallo che mi ceduto i diritti. Insomma, è una favola per me».
Cosa ha provato nel vedere proiettato il corto all’interno di una rassegna così prestigiosa come quella della mostra del cinema di Venezia?
«Quando è arrivata la mail in cui era scritto che il corto era stato selezionato per Venezia, ho provato un’emozione indescrivibile. Durante la proiezione stampa, vedere il corto sul grande schermo è stata tutta un’altra cosa. Anche il sonoro ne ha ovviamente guadagnato. La proiezione è andata molto bene e sono molto contenta».
Lei è originaria di Pozzuoli, la città, anche tramite le parole del Sindaco Figliolia, ha espresso il suo orgoglio, presentandola come un esempio prestigioso della città. Che legame ha con la città e che impronta culturale le ha dato?
«Quando ho incontrato il Sindaco lui è stato felice che una puteolana portasse un po’ di Pozzuoli a Venezia. Io parlo spessissimo della mia città. Io lavoro a Napoli, ma io sono molto legata a Pozzuoli, talmente tanto che non mi trasferirei neanche a Napoli. Pozzuoli è una bomboniera e io ne sono innamorata pazza, non la cambierei per nulla al mondo».
Nel 2014 hai ricevuto una menzione speciale per “Forbici” ai Nastri d’Argento, “Facing Off” è stato finalista ai Nastri d’Argento 2015 e nel 2016 realizza (In)Felix. Ora Venezia. Quali saranno i tuoi prossimi progetti?
«I lavori precedenti di animazione devo dire che sono andati tutti molto bene, hanno girati in tutti e 5 i continenti e i vari festival. Sono davvero contenta. Io ho cominciato a fare la regista a 50 anni, prima non avrei mai pensato di poter fare una cosa simile. Resta però comunque un hobby perché questo tipo di cosa non ti dà da mangiare, si vincono tanti premi, si vince la coppa, la medaglia, ma non ho mai avuto un reale rientro economico. Se non andassi a lavorare la mattina il “piatto a tavola” non lo metterei. Quindi è sicuramente una passione bellissima da coltivare che porta tante soddisfazioni, che però resta tale, una passione».