Visibile anche dal mare è il simbolo della Foresta, una roccia tufacea nella quale si legge la forma di una testa di elefante, con la proboscide abbandonata fra due cavità scavate nella roccia che sembrano gli occhi dell’animale.
La Foresta Regionale e Monte di Cuma: molti ancora non la conoscono.
Lungo la linea di costa che parte dal lago Fusaro ed arriva a Licola c’è una foresta antica almeno 2700 anni, la Foresta regionale e Monte di Cuma.
Già Virgilio, nel I^ secolo a.C. la conosceva tanto da ambientare il VI libro dell’Eneide in questo fantastico luogo.
Già i primi navigatori provenienti dalla Grecia (VIII^ sec. a.C.) compresero l’importanza strategica di questi luoghi: una foresta rigogliosa e impenetrabile, la cima del monte che offriva un rifugio facilmente difendibile e, alle spalle del monte, una campagna fertile e vie di comunicazione aperte a traffici verso l’interno del territorio flegreo.
Lasciando Ischia e Procida, quindi, fondarono la prima città greca in Italia, Cuma.
La natura si è divertita in questa striscia di verde: alti lecci, stagni, macchia mediterranea sempreverde, duna, aviofauna stanziale e di passo.
La spiaggia di Cuma è qualificata come sito di importanza comunitaria (SIC) e dovrebbe essere sottoposta a tutela ambientale.
La foresta appartiene al demanio Forestale della Regione Campania. Attraversata dalla linea della CircumFlegrea, nella foresta c’è la fermata Cuma.
È conosciuta da sempre come Selva Gallinaria, perché fin dall’antichità era presente la Gallinella d’acqua un uccello acquatico che si nutre di insetti e germogli di piante acquatiche, piccoli pesci, crostacei, molluschi.
Un fenomeno eccezionale si verifica ogni anno in questa foresta dalla metà di maggio alla metà di giugno: la danza delle lucciole. Le lucciole sono efficaci indicatori di salute ambientale e, purtroppo in tutto il mondo sono in declino a causa dell’utilizzo di pesticidi, la cementificazione e l’inquinamento luminoso. Le larve di questi coleotteri potrebbero essere ottime alleate degli agricoltori, infatti si nutrono di lumache, chiocciole e altri insetti dannosi per le colture.
Dal 2011 alcune associazioni, autorizzate dalla Regione Campania, animano questi luoghi con eventi eco-culturali da marzo ad ottobre, in una kermesse denominata “Il Bosco e la Duna”.
Miti e leggende aleggiano in questo magnifico polmone verde: la sibilla Cuma, la discesa agli inferi di Enea.
Resti di un Tempio dedicato alla dea Iside appartenenti ad una villa marittima risalente al I secolo d.C. ed una struttura costruita su uno scoglio tufaceo prospiciente il mare denominato come cosiddetto Faro Romano. Da alcuni anni l’associazione di archeologi “Gruppo Archeologico Kyme” cura con fatica questi due spazi che altrimenti sarebbero stati obliterati dalla natura.
Dalla foresta si accede al Parco Archeologico di Cuma attraverso un cancello che conduce all’Acropoli di Cuma dove è possibile visitare l’Antro della Sibilla, la Torre bizantina, il Tempio di Apollo, il Tempio di Giove.
Domenica 1 luglio è prevista una manifestazione per inaugurare la riapertura della stazione di Cuma per il passaggio del treno della circumflegrea da luglio a settembre, partenza fermata di Montesanto..