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19 – 20 maggio 2018 | Festa dei musei e notte europea dei musei

Il 2018 è L’anno del Cibo Italiano

Sabato 19 alle ore 18:00 al Museo storico archeologico di Nola in occasione della “Festa dei musei e notte europea dei musei” sarà inaugurata la mostra “L’uomo e il cibo“.

Nel corso della giornata sarà possibile partecipare alle visite guidate alla mostra per conoscere cosa e come mangiavano gli antichi abitanti dell’Ager Nolanus, uno dei più antichi e fertili territori campani.

L’allestimento propone un percorso completo sulla storia delle abitudini alimentari dei popoli e delle importanti civiltà che si sono sviluppate su questo territorio.

In una delle sale del Museo è stato installata la ricostruzione di un Termopolio corredata dei pannelli illustrativi della storia millenaria dell’uomo e il cibo.

I pannelli su “L’uomo e il cibo” sono stati messi a disposizione dalle Dott.sse Anna Abbate, archeologa e Patrizia Isita, Biologa nutrizionista che sono il risultato del loro percorso di “Archeonutrizione: la storia dell’uomo attraverso il cibo” e resteranno al Museo Storico Archeologico di Nola, nella Sala del termopolio, per tutto il tempo della mostra.

La scelta del materiale da esporre e l’installazione della mostra si è avvalsa della consulenza della Dott.ssa Claude Albore Livadie e della Dott.ssa Antonella D’Ascoli.

I pannelli “L’uomo e il cibo” nascono dall’incontro della Dott.ssa Isita, che da anni si occupa di studi sull’alimentazione umana ed in particolare della dieta mediterranea,  riconosciuta dell’UNESCO come patrimonio culturale immateriale dell’umanità, e la Dott.ssa Anna Abbate che è interessata all’interazione tra uomo e cibo, da un punto di vista antropologico.

Il viaggio dell’uomo attraverso il cibo segue la vicenda millenaria delle grandi rivoluzioni che, nei secoli, hanno condizionato e modificato il rapporto con il territorio e il modo di nutrirsi.

Ogni cultura è legata al cibo e il cibo ed il modo di mangiare sono elementi fondamentali per capire le tradizioni, la cultura, i costumi e gli stili di vita di un popolo.

L’interazione tra archeologia e nutrizione mette in evidenza i processi che hanno accompagnato l’uomo nel lungo viaggio della sua evoluzione, modificando i suoi caratteri attraverso l’alimentazione e la storia delle civiltà che coincidono strettamente con la storia del cibo.

Ah dimenticavo: per chi non avesse capito, Anna Abbate sono io.

Nel mese di novembre 2017, ho curato l’edizione del libro “Da Apicio a Scapece” edito da Valtrend.

Abstract:

“Senza dubbio l’opera più importante di gastronomia scritta in lingua latina è il “De re coquinaria” di Apicio che ha esercitato per secoli una notevole influenza sull’arte culinaria e sulla dieta. Apicio, il cui nome è legato alla gastronomia di lusso romana, divenne famoso per la sua ghiottoneria e per i banchetti lussuosi che offriva. Il suo ricettario ha fatto scuola per secoli e molte delle sue ricette sono giunte – nelle varie cucine regionali – fino ai giorni nostri: tipici lo scapece di Vasto (pezzi di pesce conservati in aceto), lo scapece di Gallipoli (pesciolini conservati nel pane grattugiato insaporito con aceto e zafferano), gli scapeci (o scabecciu, raschipece, ecc.) di verdure, soprattutto zucchine, marinate con aceto e aromi (Campania, Liguria, Calabria). Infine, particolare attenzione merita la seguente ricetta, tramandata fino a noi e diffusa in numerose regioni italiane: Per conservare pesci fritti: al momento in cui si friggono e si levano siano cosparsi di aceto caldo. Essa prende il nome di “scapece” dal latino esca Apicii (cibo di Marco Gavio Apicio). Nel volume sono contenute numerose ricette originali del “De re coquinaria” nonché ricette di pesci e verdure alla scapece della moderna cucina italiana.”

 

 

 

 

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Anna Abbate
Archeologa, consulente informatica e web design freelance. Nata a Napoli, si occupa dal 1971 di Information Tecnology dopo essersi formata alla IBM come Analista Programmatore. Dopo una vita vissuta nel futuro ha conseguito la Laurea Magistrale in Archeologia presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa”. Divide il suo tempo tra la passione per l’informatica e la ricerca storica. Con alcuni amici archeologi ed antropologi ha fondato nel 2011 il “Gruppo Archeologico Kyme”, associazione di promozione sociale, della quale attualmente è presidente, organizzando giornate di valorizzazione e promozione del patrimonio storico-archeologico e delle tradizioni dedicate soprattutto alle scuole. Si occupa, in particolare di Napoli e del territorio flegreo. Ha pubblicato i libri "Da Apicio... a Scapece (Valtrend Editore, 2017), "Biancomangiare... il Medioevo in tavola" (Valtrend Editore, 2018).

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