Dal mese di aprile ad ottobre è possibile osservare, nell’emisfero boreale, la costellazione di Ercole, già conosciuta in antico, infatti, è una delle costellazioni elencate da Tolomeo, astronomo e geografo greco del II secolo, nel suo “Algamesto”.
Èracle, Hercle , Ercole, Hercules, è un eroe e semidio della mitologia greca, figlio di Alcmena e di Zeus dotato di una forza sovrumana.
Ritroviamo il mito di Eracle in molte aree di espansione greca soprattutto quelle collegate alla navigazione, infatti, si unisce alle imprese degli Argonauti , anche se abbandona la spedizione prematuramente per il dolore perchè, durante una sosta presso l’attuale Mar di Marmara, Ila ( l’eromenos), il suo scudiero ed amante, viene rapito dalle Ninfe delle Sorgenti colpite dalla sua bellezza.
La figura di Eracle è connessa alla Liguria che estendeva i suoi confini fino al confine delle terre allora conosciute, detto “Colonne di Ercole”, lo stretto di Gibilterra.
Ad Ercole viene attribuito la fondazione di Ercolano, di Pompei e di Baia, infatti, per molti i Campi Flegrei sono il teatro della lotta tra l’eroe e i giganti e la strada che da Baia conduceva a Puteoli era vista come opera di Eracle: via Herculanea.
Secondo una tradizione riportata di Dodoro (I sec. a.C.) i Giganti, razza superiore per forza, che conducevano una vita al di fuori di ogni legge, si schierarono nella pianura cumana, contro Eracle e questi, con l’aiuto degli dei, li vinse. (da “Eracle euboico a Cuma. La Gigantomachia e la Via Heraclea” di Nazarena Valenza Mele)
Ora parliamo della via Herculanea. Licofrone, Diodoro Siculo, Strabone pongono la via in area cumana, altri la collocano tra Miseno e Dicearchia.
Comunque sia, la tradizione vuole che Ercole abbia costruito la via costiera tra il Lucrino e il mare, per condurre le mandrie di Gerione al ritorno da Erythia, mitica isola oltre le Colonne di Ercole (la decima fatica).
La via Herculanea, identificata tra Punta Epitaffio presso Baia fino a Punta Caruso, passava lungo la diga che difendeva il Portus Julius. La via includeva anche l’ingresso al canale che conduceva al Lago Lucrino.
Dal “Della geografia di Strabone libri 17 volgarizzati da Francesco Ambrosoli, 1833″:
Il golfo Locrino allargasi fino a Baja e lo divide dal mare esteriore un argine lungo otto stadii e largo per modo che vi può capire una strada da passarvi con carri. Dicono che lo alzò Ercole quando condusse via i buoi di Gerione….
Il molo del Portus Julius lungo 372 metri era difeso da una lunga diga (sulla quale passava la Via Herculanea). Purtroppo intorno al 12 a.C. a causa dell’insabbiamento del Lago Lucrino, per colpa del bradisismo, la flotta fu trasferita a Miseno.
Comunque il Portus Iulius fu ancora utilizzato come porto commerciale fino al IV secolo , quando fu completamente abbandonato a causa del continuo insabbiamento.
Baia The underwater city. (Pasquale Vassallo)